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L'ARGOMENTO DI OGGI

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Influenza A allarme dei pediatri

IL BUGIARDINO DEL VACCINO CON ISTRUZIONI

È indispensabile affrettare al massimo i tempi di intervento della vaccinazione per l'influenza H1N1.

È quanto afferma Pasquale Di Pietro, Presidente della Società Italiana di Pediatria. "Se l'autopsia che si sta eseguendo in queste ore confermerà, quanto emerso dalle prime indiscrezioni, che la undicenne morta a Napoli per effetto dell'influenza aveva problemi cardiaci - afferma Di Pietro -, la bambina avrebbe dovuto rientrare nelle categorie a rischio da vaccinare prioritariamente.

2009-10-02

Ingegneria Impianti Industriali

Elettrici Antinvendio

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

 

L'ARGOMENTO DI OGGI

 

Dal Sito Internet di

CORRIERE della SERA

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http://www.corriere.it

2009-11-04

era stato ricoverato per grave insufficienza respiratoria

Influenza A, i morti sono ventiquattro

Tra loro anche un 14enne e un 17enne

Un 26enne campano è deceduto nell'ospedale di Scafati, aveva gravi handicap cerebrali e insufficienza renale

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NOTIZIE CORRELATE

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Lo speciale

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Tutte le vittime

(Fotogramma)

(Fotogramma)

MILANO - Sale il bilancio delle vittime dell'influenza A nel nostro Paese: i morti sono 23. Ai decessi di un radiologo e di una diciottenne registrati a Roma vanno aggiunti quelli di un 26enne con gravi handicap cerebrali e insufficienza renale morto a Scafati, nel Salernitano, di un 14enne deceduto all'ospedale infantile Cesare Arrigo di Alessandria e di un 17enne a Vercelli.

SALERNO - Il 26enne, Michele Iaccarino, è stato ricoverato martedì intorno alle 22 ed è morto venti minuti dopo. Il giorno successivo il risultato del tampone ha accertato che era affetto da H1N1. Al momento del ricovero aveva 38 e mezzo di febbre e presentava già gravi difficoltà respiratorie. Originario di Torre Annunziata, risiedeva da oltre un anno nella casa-famiglia L'Ulivo di Scafati con la madre, disabile su sedie a rotelle, e il compagno della donna. Aveva cominciato ad avvertire lievi malori lunedì sera, poi le sue condizioni si sono aggravate, soprattutto a livello respiratorio, tanto da rendere necessario il ricovero. Martedì sempre nel Salernitano, ad Altavilla Silentina, è morto un musicista di 37 anni. A Scafati, invece, andava a scuola la bimba di 11 anni, anche lei affetta da H1N1, morta venerdì scorso all'ospedale Santobono di Napoli.

PIEMONTE - Il 14enne era invece ricoverato in rianimazione pediatrica al Cesare Arrigo di Alessandria per grave insufficienza respiratoria. Era affetto da preesistenti pluri-patologie croniche molto gravi e altrettanto grave insufficienza respiratoria cronica. Era invece ricoverato a Vercelli il 17enne affetto da mucolipidosi (una rara malattia metabolica congenita, che causa la grave compromissione di molte funzioni vitali) e risultato positivo al test per il virus H1N1. È morto lunedì.

 

04 novembre 2009

 

 

 

 

ALLO SPALLANZANI e al bambin gesù di roma

Influenza A, due decessi

un radiologo e una diciottenne

L'uomo aveva patologie pregresse ma ha sottovalutato la febbre. La giovane soffriva di fibrosi cistica

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NOTIZIE CORRELATE

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Il tecnico ricoverato dopo l'aggravarsi delle condizioni

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Lombardia, quattro morti positivi al test. Morta una ragazzina a Monza (4 novembre 2009)

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Il virus A corre più veloce, proteste sui vaccini (4 novembre 2009)

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Influenza A, 250 mila casi e 18 morti (3 novembre 2009)

Medici in fila per il vaccino (Foto Ansa)

Medici in fila per il vaccino (Foto Ansa)

ROMA - Due morti nella capitale a distanza di due ore e tanta rabbia: "Sto andando in Procura a presentare denuncia nei confronti dell'ospedale Bambino Gesù e dei medici" ha annunciato la sorella di Chantal Carleo, la diciottenne morta all'ospedale Bambino Gesù. La ragazza era stata ricoverata due settimane fa all'ospedale romano per sottoporsi alle cure antibiotiche dovute alla fibrosi cistica e la sorella, Silvia Pispico di 28 anni sostiene che: "Chantal è morta perchè non era nel reparto idoneo e non è stata cautelata". La giovane due o tre volte l'anno, partiva da Lecce, la sua città, e veniva a Roma perchè soffriva fin dalla nascita della grave malattia genetica con forte compromissione dell'attività polmonare. Il decesso, avvenuto alle otto di mercoledì mattina è stato seguito da quello del medico radiologo, alle dieci all'ospedale Spallanzani.

IL TECNICO RADIOLOGO - Ricoverato all'ospedale Spallanzani di Roma, Maurizio Scavizzi, 58 anni, era da alcuni giorni in rianimazione per una grave polmonite e insufficienza respiratoria. Era considerato soggetto a rischio perchè "obeso, iperteso, diabetico e fumatore" ed era stato portato nel nosocomio romano alla fine di ottobre. Intubato per giorni, lunedì le sue condizioni parevano essere migliorate, ma un successivo peggioramento ha provocato una crisi fatale: un ictus lo ha stroncato.

I COLLEGHI E I FAMIGLIARI - "Maurizio era venuto a lavorare in ospedale anche con la febbre, circa 15 giorni fa. In realtà al momento nessuno aveva pensato al virus, poi le sue condizioni si sono aggravate e il test ha confermato che si trattava dell'influenza A/H1N1" raccontano i colleghi. Scavizzi, che abitava a Nettuno, era vedovo e lascia due figlie entrambe ventenni.

LA VACCINAZIONE - "Per gli operatori sanitari - spiegano dalla Asl Rm H, dove lavorava il radiologo - la vaccinazione parte da questa settimana. Per i cittadini dalla prossima. L'importante è far riferimento, in caso di problemi, al proprio medico di famiglia che deciderà se è il caso di controlli più approfonditi". Intanto mentre sul sito www.aslromah.it sono disponibili tutte le informazioni ministeriali, regionali ed aziendali sulla profilassi della malattia, tre medici degli Ospedali Riuniti Anzio Nettuno, sono risultati affetti dal virus H1N1. Ora sono a casa in aspettativa per malattia: "Le loro condizioni non destano alcuna preoccupazione e il decorso dell'influenza sembra benigno" spiegano dalla Asl RmH.

 

04 novembre 2009

 

 

 

 

 

Oltre 200 mila i lombardi con la febbre in ottobre. Sette i casi in rianimazione

Influenza, quattro morti positivi al test Centinaia in coda per vaccinarsi

Deceduta a Monza una ragazzina. "Era già gravemente malata"

MILANO - Sono quattro i morti in Lom­bardia risultati positivi al tam­pone che accerta la presenza del virus H1N1: "Ma un conto è il test positivo — tranquillizza Anna Pavan, dirigente dell’Uffi­cio prevenzione dell’assessora­to Sanità —. Un altro è conside­rare l’influenza A la vera causa del decesso. In questi casi non lo è stata: tutte le persone era­no già gravemente malate". Si tratta di una donna di 36 anni, affetta da disturbi alle vie respiratorie e deceduta a Bre­scia; un’altra di 74 anni, ricove­rata da tempo nel centro di ria­bilitazione psichiatrica di Cer­nusco sul Naviglio e morta a Melzo; un 81enne cardiopatico ricoverato al Niguarda; e — l’ul­tima di ieri — una ragazzina di 11 anni, affetta fin dalla nascita da una grave malformazione al­la colonna vertebrale e alla gab­bia toracica, in cura al San Ge­rardo di Monza. I pazienti at­tualmente in rianimazione so­no, invece, sette ("Anche loro già affetti da altri patologie").

Nel mese di ottobre, complessi­vamente, sono stati a letto con la febbre 200 mila lombardi. Per la Camera di Commercio, quasi 30 mila lavoratori non si sono presentati in ufficio; le classi continuano a essere di­mezzate. "La situazione è sotto controllo — assicura l’assesso­re alla Sanità Luciano Bresciani —. Il trend della malattia è quel­lo che ci aspettavamo anche ri­spetto alle statistiche di altri pa­esi come il Messico". Ma la preoccupazione tra la popolazione cresce. E il via alla vaccinazione tra le donne al se­condo e terzo trimestre di gravi­danza e ai bambini con malat­tie di cuore e polmoni crea già i primi disagi. Ieri all’Asl di via Ricordi, aperta tra le 10.30 e mezzogiorno e mezzo, c’è stato un afflusso record di quasi 200 persone. Di qui le code, che a tratti hanno suscitato proteste: agli over 65 in fila per la stagio­nale si sono aggiunti i malati cronici, tra i 7 e i 65 anni, che hanno chiesto di essere vaccina­ti contro l’H1N1.

Così i quattro medici in servizio hanno lavora­to senza un attimo di sosta spes­so tra le lamentele dei cittadini. "D’ora in avanti saranno divisi i due flussi (stagionale e H1N1, ndr)" dicono i vertici dell’Asl che ricordano agli anziani il di­ritto di vaccinarsi solo, almeno per adesso, contro l’influenza di stagione. "È inutile chiedere l’altro vaccino". Prima di uscire di casa per fa­re la profilassi è meglio, comun­que, controllare gli orari e le modalità di accesso ai vari cen­tri di quartiere: l’iniezione con­tro l’H1N1 viene fatta spesso so­lo su prenotazione, l’apertura degli ambulatori è limitata a tre/quattro ore, l’accesso è ri­stretto ad alcuni giorni alla set­timana. Per Milano tutte le in­formazioni necessarie sono re­peribili sul sito www.asl.mila­no.it.

I bambini con malattie croniche dai 6 mesi sono vacci­nati in 24 ambulatori Asl su ap­puntamento, mentre l’accesso è libero — ma a orari limitati — al Buzzi, al Bassini di Cinisel­lo Balsamo e a Sesto San Gio­vanni. In questi tre ospedali vengono vaccinate anche le donne incinte che hanno a di­sposizione su appuntamento al­tri 27 consultori familiari. Per gli adulti con patologie croni­che ci sono sette ambulatori e otto poliambulatori. Tutti gli ospedali offrono poi l’iniezione antivirus ai loro pazienti a ri­schio. In Lombardia per adesso so­no stati vaccinati 1.590 bambi­ni e 84 donne in gravidanza. So­lo 8.300 su 300 mila gli operato­ri sanitari che, per ora, hanno aderito alla campagna di profi­lassi. Le dosi di vaccino arrivate sono 220 mila, mentre nei pros­simi giorni ne arriveranno altre 177.700. Per ricevere informazioni, tutte le Asl hanno a disposizio­ne un numero di telefono. L’elenco completo è disponibi­le sul sito www.sanita.regio­ne.lombardia.it.

Simona Ravizza

(ha collaborato Rosella Redaelli)

04 novembre 2009

 

 

 

 

 

La prima il 3 settembre

Le vittime in Italia di influenza A

In tutto sono 24, di cui dieci in Campania e di queste otto a Napoli

3 settembre

- un uomo di 51 anni di Napoli con gravi problemi cardiaci

19 settembre

- una donna di 46 anni a Messina, l'unica finora di cui l'unica causa accertata di decesso è proprio il virus A

22 settembre

- una donna di 57 anni di Cesena

1° ottobre

- un 85enne di Prato con gravi malattie respiratorie e cardiache

9 ottobre

- una donna di 84 anni a Conegliano Veneto (Tv)

21 ottobre

- a Spoleto muore un uomo di 78 anni

27 ottobre

- il 56enne Claudio Petrè, un medico a Napoli, deceduto a causa di una grave insufficienza respiratoria

- una 74enne di Cernusco sul Naviglio (Milano) per polmonite batterica aggravata dal virus A da tempo in cura al Centro riabilitativo psichiatrico del Fatebenefratelli

28 ottobre

- a Napoli un 65enne

29 ottobre

- un detenuto cinquantenne di Napoli, obeso e con gravi patologie.

- sempre a Napoli muore Eugenio Campanile, medico di 71 anni. Si era sentito male nel corso di una crociera

- a Milano muore una donna di 74 anni

- un 26enne deceduto a Ferrara

30 ottobre

- una bambina di 11 anni di Pompei deceduta a Napoli, pare senza patologie pregresse

1° novembre

- Serafina Buonocore, 42 anni, all'ospedale Cotugno di Napoli

2 novembre

- una 72enne deceduta al Carderelli di Napoli: aveva gravi patologie respiratorie

- a Innsbruck è morta una bambina di Bolzano di 11 anni

- una ragazzina di 13 anni deceduta nell'ospedale San Gerardo di Monza per insufficienza respiratoria acuta

- un 17enne affetto da mucolipidosi morto a Vercelli

3 novembre

- un uomo di 37 anni con patologie pregresse all'ospedale di Salerno

- un 26enne con gravi handicap cerebrali è deceduto all’ospedale di Scafati nel Salernitano

4 novembre

- un tecnico radiologo di 58 anni morto all’ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma

- una ragazza di 18 anni è morta all'ospedale Bambino Gesù di Roma. La giovane era affetta fin dall'infanzia da fibrosi cistica

- un ragazzo di 14 anni è morto per grave insufficienza respiratoria all'ospedale infantile Cesare Arrigo di Alessandria

 

03 novembre 2009(ultima modifica: 04 novembre 2009)

 

 

 

 

 

il ministero del welfare: "tutti i pazienti deceduti TRANNE UNO avevano altre patologie"

Influenza A, 250 mila casi e 18 morti

L'ultima vittima è un uomo deceduto all'ospedale di Salerno. "Chi ha sintomi quasi sicuramente ha il virus"

L'analisi di un tampone per l'influenza H1N1 all'ospedale Amedeo di Savoia a Torino (Ansa)

L'analisi di un tampone per l'influenza H1N1 all'ospedale Amedeo di Savoia a Torino (Ansa)

NAPOLI - Sono 250.000 i casi influenza H1N1 accertati in Italia, con una incidenza media 3,8 ogni mille abitanti: lo rende noto il Ministero della Salute che comunica anche il numero dei morti nel Paese: 17. Ma la cifra indicata nel bollettino del Ministero, è stato spiegato, non comprende ancora il decesso di un musicista salernitano che porta a 18 il numero delle vittime. In particolare, specifica il Ministero, i decessi si sono verificati nelle seguenti regioni: 3 in Emilia Romagna, 3 in Lombardia, uno in Sicilia, uno in Toscana, uno in Umbria e 8 in Campania: una cifra quest'ultima che sale a 9 con il decesso registrato a Salerno.

PANDEMIA - Quasi tutte le sindromi influenzali che circolano nel nostro paese (oltre 230mila casi solo nell'ultima settimana) sono dovute all'influenza A, precisa il ministero, quindi il tampone faringeo per la conferma dell'infezione diventa pressoché inutile. "Nella fase epidemica - comunica il Ministero - occorre sottolineare che il nostro Paese, come tutti gli altri, sta sorvegliando non più i casi confermati di influenza ma, attraverso una rete "sentinella" di medici/pediatri di famiglia, i cui assistiti costituiscono campione della popolazione italiana, le forme simil-influenzali, quelle cioè che si presentano con febbre, tosse, dolori articolari, etc. L'esecuzione del tampone faringeo, dunque, per la conferma di infezione da virus AH1N1 non ha alcun significato ai fini del trattamento del caso, anche perché è plausibile che la quasi totalità di tali malattie influenzali - in questo momento - siano attribuibili a tale infezione, poiché i dati della sorveglianza virologica indicano la assoluta predominanza di tale ceppo virale".

VACCINO - Entro fine novembre saranno oltre 3,7 milioni le dosi di vaccino che saranno consegnate alle regioni per prevenire la nuova influenza. In base a quanto comunicato dall’azienda produttrice del vaccino pandemico sulla disponibilità delle dosi il ministero ha predisposto un piano di distribuzione dettagliato per Regioni fino al 20 novembre 2009. La campagna vaccinale nazionale - si legge nel bollettino - prevede che entro la fine di novembre le Regioni avranno ricevuto complessivamente 3.739.351 dosi di vaccino in vari tipi di confezionamento. La distribuzione del vaccino pandemico è iniziata dal 12 ottobre. Complessivamente sono state già distribuite 1.395.815 dosi e altre 1.096.980 saranno distribuite nella settimana in corso.

A SALERNO - L'ultima vittima accertata è un uomo di 37 anni, F. L., che si trovava in dialisi all'ospedale di Salerno. L'uomo era residente ad Altavilla Silentina e alcuni anni fa aveva dovuto sottoporsi a un trapianto di rene. È il primo decesso collegato all'influenza AH1N1 in Campania che non si registra a Napoli. La vittima di Salerno sarebbe stata la 18ma, ma i test hanno escluso il virus H1N1 nella morte del bambino di 10 anni deceduto domenica a Roma per una polmonite batterica.

POLEMICHE - "L'influenza A procede più veloce dei vaccini" afferma la Asp-Laziosanità. E non tutti condividono la campagna di vaccinazione. A manifestare la loro diffidenza, secondo alcune stime, è il 50% dei pediatri che, rifiutandosi di somministrare la dose, reputano il vaccino "non sicuro per i bambini". Una dura denuncia è arrivata anche dal Tribunale per i diritti del Malato, secondo il quale nel Lazio "a settembre era stata annunciata l'apertura di 800 studi di medici di famiglia per almeno 10 ore continuative ed ancora ad oggi nulla di tutto ciò è successo.

 

03 novembre 2009(ultima modifica: 04 novembre 2009)

 

 

 

 

Rischi e vaccini: le cose

che sappiamo del virus A

La parola d’ordine è "navigare a vista": dobbiamo accettare il fatto che dell’influenza A sono più le cose

che non si sanno di quelle che si sanno

La parola d’ordine è "navigare a vista": dobbiamo accettare il fatto che dell’influenza A sono più le cose che non si sanno di quelle che si sanno. Ma— ora che i dati su diffusione e ricerca si accumulano — possiamo provare a fare un primo bilancio di certezze/incertezze. Primo punto, ormai noto a tutti: siamo di fronte a una pandemia. Perché il virus è totalmente nuovo e come tale non trova difese nella popolazione (tranne che negli over 65, già venuti a contatto con un virus simile) e perché l’infezione si è ormai diffusa nel mondo.

 

Seconda osservazione, con­fortata dai numeri sia in Ita­lia sia all’estero: i più colpiti sono i bambini e i giovani (i ricoveri in ospedale riguarda­no principalmente loro), mentre le donne in gravidan­za sono la categoria più a ri­schio di complicanze, soprat­tutto se obese o con altre ma­lattie (il 30 per cento delle ospedalizzazioni negli Usa).

Terza considerazione: non è detto che tutte le forme con febbre alta, mal di gola e tos­se siano dovute alla nuova in­fluenza. Ci sono anche le cosiddet­te ILI (influenza-like syndro­me, sindromi simil-influen­zali), frequenti in questa sta­gione. Secondo un dato che arriva dal Laboratorio di rife­rimento della Lombardia al­l’Università di Milano, diret­to da Alessandro Zanetti, su 700 tamponi prelevati a per­sone non ricoverate, soltanto la metà è risultata positiva per l’H1N1. Si prevede, però, che quest’ultimo prenderà presto il sopravvento sugli al­tri virus.

Quarto dato certo: il vacci­no previene l’infezione, ridu­ce le complicanze e rallenta la circolazione del virus. Ma è proprio sul vaccino (in Italia per il momento ne esiste uno solo, il Focetria) che cominciano le incertez­ze, a partire dal numero di do­si: una o due? L’Emea, l’ente regolatorio europeo per i far­maci, formalmente ne indica due, ma rimanda alle autori­tà nazionali le decisioni dal momento che ancora non esi­stono sperimentazioni suffi­cienti. Secondo i primi dati che riguardano adulti sani, tra i 18 e i 60 anni, una sola dose sarebbe efficace. Lo stes­so varrebbe per le donne in gravidanza, secondo i risulta­ti di una sperimentazione americana appena condotta dai National Institutes of He­alth. Altro terreno scivoloso: quello della mortalità. Per avere dati sicuri, è indispen­sabile attendere che il nume­ro delle persone colpite au­menti così da metterlo in rap­porto con le morti. I calcoli, però, sono difficili: di solito si parla, anche per l’influenza stagionale, di "eccesso di mortalità". E cioè si contano, dopo un’epidemia, le morti in più rispetto al solito: que­ste morti comprendono sia quelle per influenza sia quel­le per decessi dovuti ad altre malattie "aggravate" dal vi­rus influenzale. Ultimo punto: l’evoluzione futura dell’epidemia. Per ora si possono ipotizzare tre sce­nari: scomparsa spontanea del virus (magari aiutata dai vaccini), pandemia modera­ta (se il virus rimane così co­m’è), pandemia ancora più imponente (se il virus muta).

Adriana Bazzi

abazzi@corriere.it

04 novembre 2009

 

 

 

 

 

il ministero del welfare: "tutti i pazienti deceduti TRANNE UNO avevano altre patologie"

Influenza A, 250 mila casi e 18 morti

L'ultima vittima è un uomo deceduto all'ospedale di Salerno. "Chi ha sintomi quasi sicuramente ha il virus"

L'analisi di un tampone per l'influenza H1N1 all'ospedale Amedeo di Savoia a Torino (Ansa)

L'analisi di un tampone per l'influenza H1N1 all'ospedale Amedeo di Savoia a Torino (Ansa)

NAPOLI - Sono 250.000 i casi influenza H1N1 accertati in Italia, con una incidenza media 3,8 ogni mille abitanti: lo rende noto il Ministero della Salute che comunica anche il numero dei morti nel Paese: 17. Ma la cifra indicata nel bollettino del Ministero, è stato spiegato, non comprende ancora il decesso di un musicista salernitano che porta a 18 il numero delle vittime. In particolare, specifica il Ministero, i decessi si sono verificati nelle seguenti regioni: 3 in Emilia Romagna, 3 in Lombardia, uno in Sicilia, uno in Toscana, uno in Umbria e 8 in Campania: una cifra quest'ultima che sale a 9 con il decesso registrato a Salerno.

PANDEMIA - Quasi tutte le sindromi influenzali che circolano nel nostro paese (oltre 230mila casi solo nell'ultima settimana) sono dovute all'influenza A, precisa il ministero, quindi il tampone faringeo per la conferma dell'infezione diventa pressoché inutile. "Nella fase epidemica - comunica il Ministero - occorre sottolineare che il nostro Paese, come tutti gli altri, sta sorvegliando non più i casi confermati di influenza ma, attraverso una rete "sentinella" di medici/pediatri di famiglia, i cui assistiti costituiscono campione della popolazione italiana, le forme simil-influenzali, quelle cioè che si presentano con febbre, tosse, dolori articolari, etc. L'esecuzione del tampone faringeo, dunque, per la conferma di infezione da virus AH1N1 non ha alcun significato ai fini del trattamento del caso, anche perché è plausibile che la quasi totalità di tali malattie influenzali - in questo momento - siano attribuibili a tale infezione, poiché i dati della sorveglianza virologica indicano la assoluta predominanza di tale ceppo virale".

VACCINO - Entro fine novembre saranno oltre 3,7 milioni le dosi di vaccino che saranno consegnate alle regioni per prevenire la nuova influenza. In base a quanto comunicato dall’azienda produttrice del vaccino pandemico sulla disponibilità delle dosi il ministero ha predisposto un piano di distribuzione dettagliato per Regioni fino al 20 novembre 2009. La campagna vaccinale nazionale - si legge nel bollettino - prevede che entro la fine di novembre le Regioni avranno ricevuto complessivamente 3.739.351 dosi di vaccino in vari tipi di confezionamento. La distribuzione del vaccino pandemico è iniziata dal 12 ottobre. Complessivamente sono state già distribuite 1.395.815 dosi e altre 1.096.980 saranno distribuite nella settimana in corso.

A SALERNO - L'ultima vittima accertata è un uomo di 37 anni, F. L., che si trovava in dialisi all'ospedale di Salerno. L'uomo era residente ad Altavilla Silentina e alcuni anni fa aveva dovuto sottoporsi a un trapianto di rene. È il primo decesso collegato all'influenza AH1N1 in Campania che non si registra a Napoli. La vittima di Salerno sarebbe stata la 18ma, ma i test hanno escluso il virus H1N1 nella morte del bambino di 10 anni deceduto domenica a Roma per una polmonite batterica.

POLEMICHE - "L'influenza A procede più veloce dei vaccini" afferma la Asp-Laziosanità. E non tutti condividono la campagna di vaccinazione. A manifestare la loro diffidenza, secondo alcune stime, è il 50% dei pediatri che, rifiutandosi di somministrare la dose, reputano il vaccino "non sicuro per i bambini". Una dura denuncia è arrivata anche dal Tribunale per i diritti del Malato, secondo il quale nel Lazio "a settembre era stata annunciata l'apertura di 800 studi di medici di famiglia per almeno 10 ore continuative ed ancora ad oggi nulla di tutto ciò è successo.

 

03 novembre 2009(ultima modifica: 04 novembre 2009)

 

 

 

2009-11-03

È un uomo di 37 anni con patologie pregresse

Influenza A, la 17ma vittima in Italia

È deceduto all'ospedale di Salerno. Escluso l'H1N1 su un bambino di 10 anni morto lunedì a Roma

L'analisi di un tampone per l'influenza H1N1 all'ospedale Amedeo di Savoia a Torino (Ansa)

L'analisi di un tampone per l'influenza H1N1 all'ospedale Amedeo di Savoia a Torino (Ansa)

NAPOLI - Salgono al 17 le vittime in Italia collegate all'epidemia di influenza A. Si tratta di un uomo di 37 anni, F. L., che aveva patologie pregresse e si trovava in dialisi all'ospedale di Salerno. L'uomo era residente ad Altavilla Silentina e alcuni anni fa aveva dovuto sottoporsi a un trapianto di rene. È il primo decesso collegato all'influenza AH1N1 in Campania che non si registra a Napoli.

TEST - La vittima di Salerno sarebbe stata la 18ma, ma i test hanno escluso il virus H1N1 nella morte del bambino di 10 anni deceduto domenica a Roma per una polmonite batterica.

FAZIO - Il vice ministro della Salute, Ferruccio Fazio, lunedì in una conferenza stampa ha invitato a non recarsi in ospedale per farsi fare il test sul virus H1N1, ma di chiamare il medico di base e andare all’ospedale solo in presenza di sintomi giudicati gravi dal medico stesso. Il ministro ha tenuto a ribadire che la pandemia "è lieve, fa poche vittime, e ha sintomi leggeri". Lunedì si sono registate due vittime: una donna di 72 anni a Napoli e una bambina di 11 di Bolzano deceduta all'ospedale di Innsbruck, in Austria, dove era stata ricoverata.

 

03 novembre 2009

 

 

 

 

Farmaci e vecchi rimedi,

le regole per i bambini

Spremute, abiti a strati, niente antibiotici:

come si fa con una influenza tradizionale

Il virus A H1N1 è talmente nuovo che ha nei giovani gli alleati migliori per diffondersi. Di conseguenza so­no anche i soggetti più a rischio per la nuova influen­za A. In particolare quelli in età scolastica, dall’asilo alle medie. Ma i genitori non devono farsi prendere dal panico. Il primo da chiamare è il pediatra, poi com­portarsi come con una qualsiasi influenza. Poche sem­plici regole di prevenzione: ogni giorno una spremuta di arance; cercare di non far sudare i bambini e di non far prendere loro freddo, meglio vestirli a strati; arieg­giare gli ambienti; evitare ambienti troppo caldi e con aria troppo secca; se fuori fa molto freddo, respirare con il naso tenendo la bocca chiusa.

1 Come comportarsi quando i bambini si ammalano?

Se invece si ammalano, ricordare sempre che la febbre aiuta a guarire prima, va abbassata solo se è molto alta o se causa malessere. Il latte caldo con il miele è un ottimo mucolitico e sedativo della tosse. Gli antibiotici non vanno presi perché non "uccidono" i virus, servono solo nel caso di complicazioni batteriche (lo stabilisce il medico curante). Per la gola irritata e la voce rauca? I rimedi della nonna (uno è respirare i vapori di camomilla e bicarbonato in acqua bollente) sono i migliori. Passata la malattia, ancora a casa per 2­-3 giorni. Il virus A H1N1 è subdolo.

2 L’influenza pandemica è uguale o no a quella stagionale?

L’influenza è una comune malattia infettiva acuta, trasmessa da un gruppo di virus specifici. E’ caratterizzata da sintomi di tipo respiratorio e dal fatto che colpisce, tipicamente nella stagione invernale, ampie fasce della popolazione sia adulta sia infantile. Normalmente non è malattia grave. Un virus nuovo, però, può infettare anche fuori stagione e causare una pandemia. Come la "Spagnola" del 1918, l’"Asiatica" del 1957 e la "Hong Kong" del 1968. L’importante è bloccare il virus nuovo quando è poco letale, perché se muta può diventare "cattivo".

3 Una mamma ammalata può continuare ad allattare al seno?

Il latte materno è fatto per combattere le malattie del bambino. Ed è di estrema importanza nei primi mesi di vita, perché il sistema immunitario (le difese da batteri e virus) dei neonati non è ancora sviluppato. Quindi? Non smettere di allattare al seno se ci si ammala. Attenzione, però, a non tossire o starnutire sul viso del bambino. Lavarsi spesso le mani con acqua e sapone. Utile la mascherina per evitare di contagiare il bambino. Se si sta troppo male, estrarre il latte con un tiralatte e farlo somministrare al bambino da un’altra persona.

4 E se invece si ammala il neonato, è utile allattare al seno?

Sì. E’ una delle migliori cose che una mamma può fare per il bambino ammalato. Anzi, occorre dare al piccolo molte occasioni di nutrirsi dal seno durante la malattia. I bambini necessitano di più liquidi quando sono malati, rispetto a quando stanno bene. Il liquido che assumono dal latte materno è meglio di qualsiasi cosa. Se il bambino sta troppo male per succhiare dal seno, può bere il vostro latte da un biberon, una siringa o un contagocce. E niente paura: una mamma che si vaccina o prende medicine contro l’influenza A H1N1 può allattare tranquillamente al seno.

5 Che cosa favorisce il contagio con i virus dell’influenza?

Il virus influenzale si trasmette da una persona all’altra attraverso le microscopiche goccioline di saliva che ciascuno di noi emette quando parla o tossisce. Fra bambini piccoli, un ruolo importante può avere lo scambio di ciucci, giocattoli o indumenti da poco insalivati. Quindi, il contagio avviene esclusivamente dal malato al sano: non è possibile ammalarsi per interposta persona o semplicemente per essere stati in un ambiente dove è passato qualcuno ammalato. Il freddo o i colpi d’aria non hanno un ruolo nella trasmissione del contagio: al massimo indeboliscono l’organismo. I luoghi caldo-umidi favoriscono la persistenza del virus nell’ambiente.

6 Da che momento un malato viene considerato contagioso?

Il malato è contagioso già nelle 24 ore precedenti l’inizio dei sintomi e lo rimane per circa una settimana. Il periodo di incubazione, cioè il tempo che passa fra il contagio e l’inizio dei disturbi, è di 1-3 giorni. La fase acuta dura 4-5 giorni e normalmente i sintomi scompaiono completamente nel giro di una o due settimane. "Cane che abbaia" o "suono di corno": sono due modi di definire la tosse più tipica dell’influenza. Molto rumorosa, con un timbro quasi metallico. È da tracheite, sintomo caratteristico dell’influenza, insieme alla febbre.

7 Quali fasce di età vaccinare? C’è il rischio di effetti collaterali?

Il vaccino contro la nuova influenza A sarà somministrato alla fascia di età a rischio dai 2 ai 27 anni. In particolare, i più esposti vanno dai 5 ai 14 anni. Finora non è stato segnalato nessun effetto collaterale grave associato ai vaccini contro la nuova influenza A. Gli studi clinici in corso indicano solo qualche evento avverso lieve, tipico anche dei vaccini stagionali: dolore e gonfiore a livello della zona dell’iniezione, per un giorno o due. Ma i dati disponibili sono ancora limitati, quindi al momento la possibilità di effetti indesiderati gravi non può essere esclusa.

Mario Pappagallo

03 novembre 2009

 

 

 

Le vittime in Italia di influenza A

In tutto sono 17, di cui la metà in Campania e di queste otto a Napoli

3 settembre

- un uomo di 51 anni di Napoli con gravi problemi cardiaci

19 settembre

- una donna di 46 anni a Messina, l'unica finora di cui l'unica causa accertata di decesso è proprio il virus A

22 settembre

- una donna di 57 anni di Cesena

1° ottobre

- un 85enne di Prato con gravi malattie respiratorie e cardiache

9 ottobre

- una donna di 84 anni a Conegliano Veneto (Tv)

21 ottobre

- a Spoleto muore un uomo di 78 anni

27 ottobre

- il 56enne Claudio Petrè, un medico a Napoli, deceduto a causa di una grave insufficienza respiratoria

- una 74enne di Cernusco sul Naviglio (Milano) per polmonite batterica aggravata dal virus A da tempo in cura al Centro riabilitativo psichiatrico del Fatebenefratelli

28 ottobre

- a Napoli un 65enne

29 ottobre

- un detenuto cinquantenne di Napoli, obeso e con gravi patologie.

- sempre a Napoli muore Eugenio Campanile, medico di 71 anni. Si era sentito male nel corso di una crociera

- a Milano muore una donna di 74 anni

- un 26enne deceduto a Ferrara

30 ottobre

- una bambina di 11 anni di Pompei deceduta a Napoli, pare senza patologie pregresse

1° novembre

- Serafina Buonocore, 42 anni, all'ospedale Cotugno di Napoli

2 novembre

- una 72enne deceduta al Carderelli di Napoli: aveva gravi patologie respiratorie

- a Innsbruck è morta una bambina di Bolzano di 11 anni

3 novembre

un uomo di 37 anni con patologie pregresse all'ospedale di Salerno

 

03 novembre 2009

 

 

 

 

 

Napoli, i casi e il mistero

"La miseria non c'entra"

La città e la psicosi per l'influenza. Percentuali più alte del resto d’Italia: la gente si interroga

L'ospedale Cotugno di Napoli

L'ospedale Cotugno di Napoli

NAPOLI - Gli strateghi dei con­flitti insegnano che capire il perché delle mosse del nemico è già una mezza vittoria. A Napoli non ci so­no strateghi, ma comincia a esserci il conflitto, con il virus della nuova influenza. Un conflitto che ha già fatto vittime. Otto morti sui dicias­sette dell’intero territorio nazionale sono troppi per non porsi la doman­da: perché proprio qui? Questo non è il colera del 1973, che un perché ce l’aveva nella condizione igienica della città complessivamente disa­strosa molto più che nelle cozze in­dicate come colpevoli, e non è nem­meno il male oscuro del 1979, che rimase oscuro finché fu sbagliato l’approccio medico, ma poi si chia­rì e smise di uccidere. Questo è un virus di cui si sa molto, anche che dal punto di vista geografico colpi­sce in modo non uniforme. L’Orga­nizzazione mondiale della sanità ri­ferisce che è già successo in Nord America e nel Regno Unito che alcu­ne regioni abbiano sofferto più di altre, ma non spiega il perché. E quindi la domanda che da ieri, dopo gli ultimi due decessi, Napoli si pone, rischia di restare senza ri­sposta. Anche perché è una doman­da alla quale le autorità sanitarie ri­tengono di non dover rispondere in quanto la reputano inaccettabi­le. "Non esiste un caso Napoli", di­ce l’assessore regionale alla Sanità Mario Santangelo. E spiega che "qui il picco dell’influenza è stato raggiunto prima che altrove per­ché il freddo è arrivato all’improv­viso" .

È una spiegazione che però non risolve la questione. È il perché del­l’alto numero dei decessi che ci si chiede, quindi non è solo una que­stione di contabilità dei contagi. Il sindaco Rosa Russo Iervolino sta­volta rappresenta i napoletani co­me forse non è mai accaduto fino­ra. Dice: "Non voglio piangermi ad­dosso e mettere di mezzo la sfortu­na di questa città, però devo am­mettere che il pensiero mi viene. Mi pongo la stessa domanda che ci si pone in ogni famiglia, ma anche per me l’interrogativo rimane appe­so. Da sindaco chiedo che siano po­tenziate le dosi di vaccino destina­te a Napoli e tengo un canale di co­municazione aperto costantemen­te con l’assessore regionale alla Sa­nità e con il governo. Ma da madre e da nonna vorrei che qualcuno mi spiegasse che cosa sta succedendo qui. Perché io non lo so". "Forse davvero non sta succe­dendo niente di anomalo", dice il procuratore generale Vincenzo Gal­gano con quel poco di voce che raf­freddore e costipazione gli hanno lasciato. "Sempre che possa essere normale morire per un’influenza", aggiunge. "Stiamo tutti a porci una domanda che temo rimarrà ta­le. Certo, Napoli ha grandi disav­venture, periferie troppo spesso si­mili a ghetti, un centro storico con un elevato tasso di miseria, ma può mai essere una spiegazione, questa? Non credo. Anzi, per quel­lo che ho capito di questo virus di­rei proprio di no. Allora l’unica co­sa in cui spero è che dalle autorità venga una comunicazione costan­te e chiara.

E soprattutto sicura". Agli interrogativi preoccupati della città, corrispondono le certez­ze dei medici. Dice Gabriele Pepe­roni, presidente dell’Ordine di Na­poli: "Quello che sta accadendo rientra in dinamiche epidemiologi­che assolutamente prevedibili". A causa del freddo ma anche "della peculiarità demografica napoleta­na, ad altissima presenza di giova­ni, contro i quali, è ormai risaputo, l’aggressione del virus H1N1 è più virulenta". La pensa diversamente il profes­sor Giulio Tarro, il virologo che af­frontò il colera e risolse il male oscuro. Anche Tarro si chiede il perché dei morti a Napoli, ma lui si risponde anche: "Al Cotugno af­fluiscono tutti i casi sospetti, e a tutti viene praticato il test. La map­patura dei casi di influenza A è dunque molto precisa, e anche i de­cessi provocati dal virus possono essere indicati con precisione. Al­trove non è così, e quindi non sap­piamo quante morti attribuite alle patologie più varie hanno invece l’influenza A come causa o concau­sa. Non vorrei sembrare esagerato, ma ritengo che quello di Napoli, in questo momento, sia un caso di buona sanità".

Fulvio Bufi

03 novembre 2009

 

2009-11-02

LA Croce Rossa consegnA martedì Un milione e 200 mila dosi di vaccino contro l'influenza A

Influenza A: due nuove vittime a Napoli

I Nas negli ospedali. In arrivo i vaccini

Una donna è morta al Cotugno e un'altra al Cardarelli. Indagini sui decessi nel capoluogo campano

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Ancora una donna morta a Napoli dopo aver contratto l'influenza A (Fotogramma)

Ancora una donna morta a Napoli dopo aver contratto l'influenza A (Fotogramma)

NAPOLI - Sale a 14 il numero delle vittime dell'influenza A in Italia: due nuovi decessi si sono registrati a Napoli, dove il virtus H1N1 ha fatto in tutto otto morti. Una donna di 42 anni, B.S., ricoverata nella rianimazione dell'ospedale Cotugno, è morta lunedì mattina. "Le condizioni cliniche, nonostante il supporto ventilatorio e la terapia sono sempre state gravissime. Il decesso è avvenuto per arresto cardiocircolatorio", spiega la direzione sanitaria. L'altra vittima è una donna di 72 anni, deceduta domenica all'ospedale Cardarelli di Napoli, la cui positività al virus H1N1 è stata accertata solo lunedì. L'anziana era affetta da gravi patologie di tipo respiratorio.

CONTROLLI DEI NAS - I carabinieri del Nas di Napoli hanno acquisito le cartelle cliniche dei pazienti deceduti nel capoluogo campano positivi al test del contagio dell'influenza A H1N1. La documentazione clinica è stata presa negli ospedali "Cotugno" e "Cardarelli" su delega del pm Federico Bisceglia che conduce le indagini sulla morte di Emiliana D'Auria, la bambina di 11 anni deceduta al "Santobono" 40 minuti dopo il ricovero, sulla cui salma l'autopsia, a una prima valutazione e in attesa degli esami istologici, sembra escludere malformazioni cardiache.

VACCINI - I vaccini sono intanto in arrivo: la Croce Rossa Italiana consegnerà infatti martedì in tutta Italia un milione e 200 mila dosi di vaccino contro l'influenza A. Si tratta della terza distribuzione ad opera della Cri che prenderà il via da Pomezia (Roma) e da Milano. L'organizzazione precisa che è stato il ministero della Salute ad incaricarla a provvedere alla distribuzione "facendo affidamento sull'esperienza e sulla autorevolezza in ambito sanitario della organizzazione umanitaria italiana.

A NAPOLI 43 RICOVERI, DI CUI 5 IN RIANIMAZIONE - Al Cotugno di Napoli sono attualmente ricoverati 43 pazienti, 5 dei quali in rianimazione, per il virus H1N1. È quanto rende noto la direzione sanitaria dell'ospedale. Il totale degli accessi al pronto soccorso dell'ospedale da maggio al 30 ottobre 2009 è stato di 2005. Di essi, 852 i casi positivi al test e 153 le persone complessivamente ricoverate.

CASUALITÀ - L'alto numero di decessi dopo il contagio da virus dell'influenza A H1N1 in Campania è però solo "un caso". Ad assicurarlo è il responsabile del servizio epidemiologia dell'Asl Napoli 1 Andrea Simonetti. "Il fatto che qui ci sia oltre la metà dei pazienti infetti deceduti in Italia è dovuto al caso - dice - inoltre al Cotugno di Napoli vengono smistati tutti i pazienti della regione, perchè è l'ospedale specializzato in malattie infettive più grande del Mezzogiorno". Un ruolo nella casualità è giocato anche dal fatto che "nelle aree a maggior concentrazione urbana, quali appunto Napoli, l'addensamento della popolazione determina anche un maggior numero di contagi", aggiunge. In totale, dice Simonetti, in Campania si sono verificati al 29 ottobre 387 casi di contagio, di cui 220 nel capoluogo. "E sui decessi - avverte - è bene osservare che il test rapido, l'unico che in alcuni casi è stato praticato, come in quello della bambina 11enne di Pompei, spesso dà falsi positivi".

APERTA INCHIESTA SULLA MORTE DELLA BIMBA - Intanto il procuratore della Repubblica di Napoli, Giovandomenico Lepore, commenta la notizia dell'apertura di un fascicolo, a carico di ignoti dopo la morte di Emiliana D'Auria, la bambina di 11 anni di Pompei (Napoli) deceduta al Santobono di Napoli dopo aver contratto l'influenza A. Un "accertamento preliminare per verificare se esistano eventuali ipotesi di reato e che potrà essere utile anche per la salute pubblica. Vogliamo dissipare - aggiunge Lepore - ogni dubbio su questo caso. I risultati dell'autopsia serviranno, oltre che per stabilire se ci siano ipotesi di reato, anche alla sanità per capire effettivamente la natura di questo virus, se e come abbia avuto un ruolo nella morte della bambina, se c'erano malattie pregresse. I parenti hanno detto che la bimba stava bene e non soffriva di alcuna malattia. Per questo vogliamo capire cosa è successo".

RICOVERATA BIMBA IN TERAPIA INTENSIVA NEL LECCHESE - Ma l'influenza A colpisce in tutta Italia. È infatti ricoverata all'ospedale di Merate (Lecco) in terapia intensiva una bambina di tre anni risultata positiva proprio al tampone per il virus H1N1 dell'influenza A. Secondo quanto riporta la struttura, la bambina è giunta al pronto soccorso venerdì 30 ottobre "con i classici sintomi influenzali: febbre alta, tosse, difficoltà respiratorie". Attualmente la piccola è trattata con terapia antivirale specifica, "che dovrà essere somministrata per altri 4-5 giorni. Il quadro clinico risulta ancora severo - concludono gli specialisti di Merate - anche se, da parte degli operatori sanitari, sussiste un prudenziale ottimismo".

CASO SOSPETTO A ROMA - Un caso sospetto a Roma dove un bimbo di 10 anni è morto domenica sera all'ospedale Villa San Pietro-Fatebenefratelli. Esami sono in corso per capire se il piccolo, affetto da una pleuropolmonite batterica, avesse contratto il virus H1N1.

 

02 novembre 2009

 

 

 

 

 

La prima il 4 settembre

Le vittime in Italia di influenza A

In tutto sono 14, di cui otto a Napoli. Verifiche su un bambino deceduto a Roma

4 settembre

un uomo di 51 anni di Napoli con gravi problemi cardiaci

19 settembre

una donna di 46 anni a Messina, l'unica finora di cui l'unica causa accertata di decesso è proprio il virus A

22 settembre

una donna di 57 anni di Cesena

1° ottobre

un 85enne di Prato con gravi malattie respiratorie e cardiache

21 ottobre

a Spoleto muore un uomo di 78 anni

27 ottobre

il 56enne Claudio Petrè, un medico a Napoli, deceduto a causa di una grave insufficienza respiratoria.

Una 74enne di Cernusco sul Naviglio (Milano) per polmonite batterica aggravata dal virus A da tempo in cura al Centro riabilitativo psichiatrico del Fatebenefratelli

28 ottobre

muoiono a Napoli un 65enne e a Rimini una donna di 43 anni

29 ottobre

un detenuto cinquantenne di Napoli, obeso e con gravi patologie

Inoltre sempre a Napoli muore Eugenio Campanile, medico di 72 anni. Si era sentito male nel corso di una crociera

31 ottobre

una bambina di 11 anni deceduta a Napoli, pare senza patologie pregresse

2 novembre

Serafina Buonocore, 42 anni, all'ospedale Cotugno di Napoli

Una 72enne deceduta al Carderelli di Napoli: aveva gravi patologie respiratorie

A Roma è deceduto un bambino di 10 anni con una pleuropolmonite batterica. In corso accertamenti per verificare se era affetto da virus A/H1N1

 

02 novembre 2009

 

 

 

 

PARTITE LE VACCINAZIONI

Influenza A, morto bimbo di 10 anni

Aveva la polmonite batterica

Il piccolo era al Villa San Pietro. Esami per accertare

se il suo aggravamento causato dal virus H1N1

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Boom di influenza nei pronto soccorso, 80% bimbi

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Influenza A, raddoppiano i contagi nel Lazio

(Ansa)

(Ansa)

ROMA - Un bambino di dieci anni è morto presso l'ospedale Villa San Pietro di Roma. Sono in corso esami da parte dei sanitari per accertare se l'improvviso aggravamento dello stato di salute del bambino, affetto da una polmonite batterica, sia stato causato dal virus dell'influenza. I sanitari dell'ospedale capitolino hanno effettuato tamponi nasali che entro stasera saranno inviati al Policlinico Gemelli. I risultati si sapranno entro mercoledì mattina. Per accertare le esatte cause della morte è stata predisposta l'autopsia. Secondo quanto si è appreso il bimbo, romano e figlio unico, è morto domenica sera.

IL BIMBO - Il piccolo T.M., ricoverato il 21 ottobre presso l'Unitá di pediatria dell'ospedale romano, "è stato sottoposto, nel corso del ricovero, a tutti gli accertamenti clinico-diagnostici e alle terapie del caso", spiegano dall'ospedale. Ma "un aggravamento improvviso ed imprevedibile rispetto al decorso clinico ha portato all'esito infausto. L'assistenza intensiva durante il momento critico è stata immediata e di massimo livello", garantiscono i sanitari, ricordando che il piccolo sarà sottoposto ad autopsia "per accertare le cause della morte". "La comunità ospedaliera dell'ospedale San Pietro - conclude la nota - è vicina alla famiglia in un momento così triste".

ALTRI CASI - Sono sei i nuovi pazienti ricoverati per l'influenza A al Policlinico Gemelli di Roma. Tra questi una bimba di 7-8 anni arrivata ieri e assistita in terapia intensiva pediatrica "con sospetti di H1N1" e patologie pregresse, e una donna in rianimazione. Gli altri quattro pazienti, adulti, sono ricoverati in Clinica delle malattie infettive e sono arrivati domenica, fanno sapere dal Policlinico.

AL GEMELLI - Al Gemelli erano ricoverati già due pazienti adulti, trattati con terapia standard, e un'altra bimba in terapia intensiva pediatrica e affetta da patologie pregresse. Ci sono poi un bimbo e una donna in isolamento, che presentano sintomi meno severi. In tutto sono dunque 11 oggi i pazienti, tra adulti e bambini, ricoverati per la nuova influenza A nell'ospedale romano.

NUOVE DOSI - Arriveranno nelle prossime ore, probabilmente mercoledì, altre 100mila dosi di vaccino per far fronte all'influenza A nel Lazio. A queste si aggiungeranno, a metà novembre, altre 350mila dosi. Queste ultime serviranno a vaccinare operatori dei servizi essenziali non-sanitari, i donatori di sangue e gli adulti 'a rischiò. Lo hanno fatto sapere dalla Asp-Laziosanità. Dopo le prime 125mila dosi circa, già a disposizione di ospedali e Asl della regione, le 100mila dosi in arrivo entro mercoledì prossimo contribuiranno al prosieguo delle vaccinazioni per operatori sanitari, donne in gravidanza e bambini 'a rischiò. Le 350mila previste entro metà novembre saranno per gli altri operatori dei servizi essenziali, come forze dell'ordine e vigili del fuoco, i donatori di sangue e gli adulti con gravi malattie croniche.

I VACCINI DALLA CROCE ROSSA - La Croce Rossa Italiana consegnerà martedì, in tutta Italia, un milione e 200 mila dosi di vaccino contro l'influenza A. Si tratta della terza distribuzione ad opera della Cri che prenderà il via da Pomezia (Roma) e da Milano. La Cri provvederà, in particolare, al ritiro presso una nota casa farmaceutica di 1.186.510 dosi e alla consegna nei punti di distribuzione. A Roma gli automezzi della Croce Rossa si recheranno a Pomezia (Roma) per ritirare il carico di vaccini ai depositi della DHL, in via Vaccareccia n 7. Da Pomezia gli automezzi partiranno alle 16 per consegnare nelle Regioni del Centro, del Sud e delle Isole.

"VIRUS PIU' VELOCE" - "L'influenza A procede più veloce dei vaccini. L'ideale sarebbe stato cominciare le vaccinazioni un mese e mezzo fa, anche se è impossibile procedere più veloce di come si sta già facendo". Così dalla Asp-Laziosanità commentano la rapida diffusione del virus H1N1. In quasi tutte le Asl del Lazio sono intanto cominciate le vaccinazioni per gli operatori sanitari, le donne in gravidanza e i bambini "a rischio".

TECNICO RADIOLOGO - Un caso di influenza H1N1 si è verificato anche ad Anzio. Ad essere contagiato un tecnico radiologo degli Ospedali riuniti di Anzio e Nettuno, già affetto da altre patologie. La notizia è stata resa nota lunedì mattina nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nella sede della Asl Rm H di Albano. L'uomo ora si trova ricoverato all'ospedale Spallanzani di Roma. A quanto pare il radiologo aveva notato di essere febbricitante, ma aveva pensato ad una comune influenza, quindi si era recato a lavoro, ma poi la sua condizione di salute era peggiorata, fino alla scoperta del contagio. L'uomo è rimasto intubato fino ad oggi, ma a quanto pare le sue condizioni sono migliorate, tanto che oggi avrebbe ricominciato a respirare autonomamente. Le notizie sull'incidenza della malattia nella zona della Asl Rm H rivelano che comunque l'incidenza potrebbe rivelarsi più alta nella zona del litorale sud di Roma, rispetto a quella dei Castelli, tanto che in questi giorni verrà avviato il protocollo pandemico, che prevede la vaccinazione degli operatori sanitari.

 

02 novembre 2009

 

 

 

 

 

Scattata la "fase 2" della profilassi, da oggi disponibile in tutte le province lombarde

Influenza A, si vaccina anche a Milano

Regione taglia ricoveri programmati per fare posto in corsie ospedali. Bresciani. "Complicanze sotto le attese"

Una madre con i suoi due figli in attesa del vaccino contro l'H1n1, all'Asl di via Statuto, a Milano (Ansa)

Una madre con i suoi due figli in attesa del vaccino contro l'H1n1, all'Asl di via Statuto, a Milano (Ansa)

MILANO - Partita oggi a Milano la "fase 2" di vaccinazione contro il virus H1N1, dopo la prima che ha riguardato il personale dei servizi essenziali come i medici. Da oggi verranno vaccinati bambini a rischio, donne in gravidanza al secondo e terzo trimestre, adulti fino a 64 anni con patologie: 150/200mila soggetti, secondo le stime delle Asl, a fronte di quindicimila vaccini distribuiti. "Ma sono attese nuove consegne a breve", fanno sapere dal servizio igiene pubblica dell'Asl di Milano. "circa 400mila dosi per questa seconda fase arriveranno in progressione. Dipende non tanto dal ministero quanto dalle produzioni industriali". Per quanto riguarda i vaccini, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha definito la situazione "totalmente sotto controllo. La Regione - ha proseguito - ha programmato da mesi le fasi successive di intervento. All'apertura degli ambulatori, intanto, nelle Asl dove si pratica la vaccinazione, non sono state segnalati particolari affollamenti.

SITUAZIONE SOTTO CONTROLLO - La campagna di vaccinazioni è già partita nelle province di Brescia, Pavia, Mantova e Cremona. Oggi è la volta di Milano, dove nel fine settimana si è avuto un picco di richieste di assistenza ai pronto soccorso dei principali ospedali.

Dopo i primi segnali di afflusso oltre le previsioni negli ospedali, la Regione Lombardia si prepara a ridurre il numero di ricoveri programmati per altre patologie con lo scopo di liberare posti letto. "Nel milanese abbiamo già dei segnali" ha detto oggi l’assessore regionale alla Sanità, Luciano Bresciani, sottolineando che il numero di posti letto liberati dipenderà dalla crescita degli ammalati da virus A/H1N1. "C’è un po’ di afflusso al pronto soccorso - ha continuato Bresciani - che forse bisognerebbe contenere. Le Asl dovrebbe spingere di più a curare questi pazienti a casa quando non hanno complicazioni". Secondo l’assessore, sotto il profilo dei casi acuti e delle complicanze siamo "sotto le attese""

NO A VACCINAZIONI DI MASSA - "Illogico e senza senso appellarsi alla necessità di vaccinare subito, indiscriminatamente, tutti bambini contro il virus della nuova influenza", dice Giuseppe Mele, rieletto al vertice della Fimp (Federazione italiana medici pediatri). "È invece necessario, in linea con quanto stabilito dalle direttive ministeriali - sottolinea Mele in una nota - vaccinare i bambini affetti da patologie croniche, per i quali non soltanto i vaccini sono già disponibili, ma lo sono con oltre 15 giorni di anticipo rispetto a quanto preventivato", evidenzia. "Peraltro - aggiunge il numero uno della Fimp - come da noi richiesto e ottenuto dal ministero, le dosi di vaccino destinate ai bambini sono del tipo monodose, quindi più sicuri e con scarsissime possibilità di effetti collaterali. La strategia sino messa in atto dal ministero della Salute - ricorda Mele - è stata condivisa con i pediatri di famiglia che costantemente, sull'intero territorio nazionale, stanno monitorando l'andamento epidemiologico dell'influenza. La situazione è assolutamente sotto controllo - assicura - e non registriamo alcun problema particolare che giustifichi inutili appelli a vaccinazioni di massa". Piuttosto, conclude il presidente Fimp, "rinnoviamo l'esortazione a non ingolfare i pronto soccorsi ospedalieri, ma a rivolgersi ai pediatri di famiglia i quali, in virtù di questa strategia condivisa con le autorità ministeriali, hanno aumentato la disponibilità oraria di apertura dei propri ambulatori".

 

02 novembre 2009

 

 

 

 

 

aperta indagine sulla morte della bimba di 11 anni di pompei

Influenza A: due nuove vittime a Napoli

Una donna è deceduta all'ospedale Cotugno e un'altra all'ospedale Cardarelli

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Ancora una donna morta a Napoli dopo aver contratto l'influenza A (Fotogramma)

Ancora una donna morta a Napoli dopo aver contratto l'influenza A (Fotogramma)

NAPOLI - L'influenza A fa due nuove vittime a Napoli: una donna di 42 anni, ricoverata nella rianimazione dell'ospedale Cotugno, è morta lunedì mattina. B. S. 42 anni, era giunta al Cotugno dall'ospedale di Vico Equense: portata nella prima divisione malattie infettive la mattina del 26 ottobre, il giorno dopo è stata trasferita in rianimazione. "Le condizioni cliniche, nonostante il supporto ventilatorio e la terapia sono sempre state gravissime. Il decesso è avvenuto per arresto cardiocircolatorio", conclude la direzione sanitaria. L'altra vittima è una donna di 72 anni, deceduta domenica all'ospedale Cardarelli di Napoli, la cui positività al virus è stata accertata solo lunedì. L'anziana - secondo quanto emerso da fonti ospedaliere - era affetta da gravi patologie di tipo respiratorio. Sale così a otto il numero dei decessi nel capoluogo campano e a 14 quelli nel nostro Paese.

CONTROLLI DEI NAS - I carabinieri del Nas di Napoli hanno acquisito le cartelle cliniche dei pazienti deceduti nel capoluogo campano positivi al test del contagio dell'influenza A H1N1. La documentazione clinica è stata presa negli ospedali "Cotugno" e "Cardarelli" su delega del pm Federico Bisceglia che conduce le indagini sulla morte di Emiliana D'Auria, la bambina di 11 anni deceduta al "Santobono" 40 minuti dopo il ricovero, sulla cui salma l'autopsia, a una prima valutazione e in attesa degli esami istologici, sembra escludere malformazioni cardiache.

VACCINI - I vaccini sono intanto in arrivo: la Croce Rossa Italiana consegnerà infatti martedì in tutta Italia un milione e 200 mila dosi di vaccino contro l'influenza A. Si tratta della terza distribuzione ad opera della Cri che prenderà il via da Pomezia (Roma) e da Milano. L'organizzazione precisa che è stato il ministero della Salute ad incaricarla a provvedere alla distribuzione "facendo affidamento sull'esperienza e sulla autorevolezza in ambito sanitario della organizzazione umanitaria italiana.

A NAPOLI 43 RICOVERI, DI CUI 5 IN RIANIMAZIONE - Nell'ospedale Cotugno di Napoli sono attualmente ricoverati 43 pazienti, 5 dei quali in rianimazione, per il virus H1N1. È quanto rende noto la direzione sanitaria dell'ospedale. Il totale degli accessi al pronto soccorso dell'ospedale da maggio al 30 ottobre 2009 è stato di 2005. Di essi, 852 i casi positivi al test e 153 le persone complessivamente ricoverate.

CASUALITÀ - L'alto numero di decessi dopo il contagio da virus dell'influenza A H1N1 in Campania è però solo "un caso". Ad assicurarlo è il responsabile del servizio epidemiologia dell'Asl Napoli 1 Andrea Simonetti. "Il fatto che qui ci sia oltre la metà dei pazienti infetti deceduti in Italia è dovuto al caso - dice - inoltre al Cotugno di Napoli vengono smistati tutti i pazienti della regione, perchè è l'ospedale specializzato in malattie infettive più grande del Mezzogiorno". Un ruolo nella casualità è giocato anche dal fatto che "nelle aree a maggior concentrazione urbana, quali appunto Napoli, l'addensamento della popolazione determina anche un maggior numero di contagi", aggiunge. In totale, dice Simonetti, in Campania si sono verificati al 29 ottobre 387 casi di contagio, di cui 220 nel capoluogo. "E sui decessi - avverte - è bene osservare che il test rapido, l'unico che in alcuni casi è stato praticato, come in quello della bambina 11enne di Pompei, spesso dà falsi positivi".

APERTA INCHIESTA SULLA MORTE DELLA BIMBA - Intanto il procuratore della Repubblica di Napoli, Giovandomenico Lepore, commenta la notizia dell'apertura di un fascicolo, a carico di ignoti dopo la morte di Emiliana D'Auria, la bambina di 11 anni di Pompei (Napoli) deceduta al Santobono di Napoli dopo aver contratto l'influenza A. Un "accertamento preliminare per verificare se esistano eventuali ipotesi di reato e che potrà essere utile anche per la salute pubblica. Vogliamo dissipare - aggiunge Lepore - ogni dubbio su questo caso. I risultati dell'autopsia serviranno, oltre che per stabilire se ci siano ipotesi di reato, anche alla sanità per capire effettivamente la natura di questo virus, se e come abbia avuto un ruolo nella morte della bambina, se c'erano malattie pregresse. I parenti hanno detto che la bimba stava bene e non soffriva di alcuna malattia. Per questo vogliamo capire cosa è successo".

RICOVERATA BIMBA IN TERAPIA INTENSIVA NEL LECCHESE - Ma l'influenza A colpisce in tutta Italia. È infatti ricoverata all'ospedale di Merate (Lecco) in terapia intensiva una bambina di tre anni risultata positiva proprio al tampone per il virus H1N1 dell'influenza A. Secondo quanto riporta la struttura, la bambina è giunta al pronto soccorso venerdì 30 ottobre "con i classici sintomi influenzali: febbre alta, tosse, difficoltà respiratorie". Attualmente la piccola è trattata con terapia antivirale specifica, "che dovrà essere somministrata per altri 4-5 giorni. Il quadro clinico risulta ancora severo - concludono gli specialisti di Merate - anche se, da parte degli operatori sanitari, sussiste un prudenziale ottimismo".

02 novembre 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

aperta indagine sulla morte della bimba di 11 anni di pompei

Influenza A: nuova vittima a Napoli

Una donna è deceduta all'ospedale Cotugno in cui era stata ricoverata in rianimazione

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Ancora una donna morta a Napoli dopo aver contratto l'influenza A (Fotogramma)

Ancora una donna morta a Napoli dopo aver contratto l'influenza A (Fotogramma)

NAPOLI - Nuova vittima di influenza A Napoli. Una donna, ricoverata nella Rianimazione dell'ospedale Cotugno, è morta questa mattina. Lo riferisce il direttore sanitario della struttura partenopea, Cosimo Maiorino. La donna, 45 anni, era ricoverata da una decina di giorni in rianimazione e aveva patologie pregresse.

APERTA INCHIESTA SULLA MORTE DELLA BIMBA - Intanto il il procuratore della Repubblica di Napoli, Giovandomenico Lepore, commenta la notizia dell'apertura di un fascicolo, a carico di ignoti dopo la morte di Emiliana D'Auria, la bambina di 11 anni di Pompei (Napoli) deceduta al Santobono di Napoli dopo aver contratto l'influenza A. Un "accertamento preliminare per verificare se esistano eventuali ipotesi di reato e che potrà essere utile anche per la salute pubblica. Vogliamo dissipare - aggiunge Lepore - ogni dubbio su questo caso. I risultati dell'autopsia serviranno, oltre che per stabilire se ci siano ipotesi di reato, anche alla sanità per capire effettivamente la natura di questo virus, se e come abbia avuto un ruolo nella morte della bambina, se c'erano malattie pregresse. I parenti hanno detto che la bimba stava bene e non soffriva di alcuna malattia. Per questo vogliamo capire cosa è successo".

 

02 novembre 2009

 

 

 

LA PANDEmia - il virus

"I vaccini sono sicuri, il virus non è pericoloso"

Il viceministro Fazio: i bambini vanno immunizzati perché diffondono l’influenza A

ROMA — "Questa influenza non è pericolosa per la salute. È solo molto più contagiosa. In compenso, ha un grado di letali­tà dieci volte inferiore a quello di una qualsiasi altra influenza classica, di stagione e forse ciò è dovuto proprio al fatto che i più colpiti sono i bambini anzi­ché gli anziani, con le loro fragi­lità ".

Non modifica la sua linea ras­sicurante il viceministro del Welfare, Ferruccio Fazio, dopo le polemiche per i presunti ritar­di nel gestire la pandemia, spe­cialmente sulla distribuzione dei vaccini. Le Regioni ne han­no ricevuti pochi, a singhiozzo e non sono state messe nelle condizioni di avviare per tem­po la campagna di prevenzio­ne, è l’accusa che viene adom­brata. Poi, il caso della bambina morta a Napoli. Prende corpo l’idea che se si fosse partiti per tempo, senza sottovalutare, non si sarebbe arrivati a questo punto.

"Non cambierei di una virgo­la le azioni contro la pandemia. Abbiamo annunciato già prima dell’estate che ci saremmo tro­vati in questa situazione, a par­tire dall’autunno. Tutto il mon­do sta combattendo. E noi ce la stiamo cavando bene. Quando ho ventilato l’ipotesi di chiude­re le scuole sono stato accusato di allarmismo. Si va da un ecces­so all’altro", replica Fazio.

I vaccini sono arrivati tardi?

"No, al contrario, sono arri­vati prima. Secondo il program­ma avrebbero dovuto essere consegnati il 15 novembre. In­vece abbiamo anticipato al 15 ottobre la distribuzione fra le Regioni. Non appena le dosi so­no arrivate, sono state subito spedite, senza restare un solo giorno nei nostri magazzini. Ci ha pensato la Croce Rossa. Tra il 23 e il 30 ottobre è stato invia­to il secondo quantitativo per un totale complessivo di un mi­lioni di dosi. Entro la fine della settimana completeremo il ter­zo invio fino a raggiungere i 2 milioni e 100 mila vaccini di­sponibili. Entro la fine del mese saranno 6 milioni".

Però in alcune Regioni non è facile trovare il vaccino.

"Non voglio accusare le Re­gioni. Hanno i loro problemi. Non è semplice organizzare un servizio come questo. A me ri­sulta che abbiano cominciato tutte. Inoltre non è detto che chi ha tardato qualche giorno non recuperi".

Si sapeva che l'influenza A avrebbe colpito soprattutto i bambini. Perché non metterli al primo posto nell'elenco del­le priorità?

"Non aveva senso. Per i bam­bini l’influenza non è un perico­lo. La prendono facilmente, ma la superano bene. Però sono il maggior veicolo di trasmissio­ne. Per questo devono essere immunizzati. Fa parte della stra­tegia per bloccare l'espansione del virus. I bambini restano co­munque al terzo posto nella li­sta delle categorie da protegge­re, dopo operatori dei servizi es­senziali, donne al secondo e ter­zo trimestre di gravidanza e ma­lati cronici. Si darà la preceden­za ai bambini degli asili nido".

Persistono i dubbi sulla dannosità del vaccino con adiuvante, cioè con una so­stanza che ne rafforza l'effica­cia, in gravidanza, tanto che la Svizzera ha deciso di sospen­derlo?

"Il vaccino utilizzato in Sviz­zera è diverso da quello che ab­biamo acquistato noi, del­l’azienda Novartis, che contie­ne un adiuvante ampiamente sperimentato, da anni. È vero, non è stato ancora provato sul­le donne in gravidanza, ma il Consiglio Superiore di Sanità e l’Agenzia italiana del farmaco con due diversi pareri hanno ri­tenuto che il rapporto tra costi e benefici giocasse a netto favo­re della vaccinazione. La donna che prende l’influenza A duran­te la gestazione rischia più di al­tri individui di sviluppare com­plicazioni potenzialmente mor­tali, come la polmonite virale. Non sappiamo per quale moti­vo. Ma dal momento in cui di­sponiamo di uno strumento di prevenzione giudicato positiva­mente dai maggiori esperti in­ternazionali non vedo per qua­le ragione non dovremmo sfrut­tarlo ".

Qual è il bilancio parziale della pandemia in Italia?

"Su oltre 400 mila casi, 12 morti. Ma il virus H1N1 ha ucci­so una sola volta. L’unica vitti­ma della nuova influenza è la donna morta a Messina il mese scorso di polmonite. Gli altri erano persone con gravi patolo­gie già esistenti, dunque già a rischio di per sé. Per quanto ri­guarda la bambina di Napoli, aspettiamo i risultati dell’autop­sia prima di trarre conclusio­ni ".

Margherita De Bac

02 novembre 2009

 

 

 

 

lunedì sarà eseguita l'autopsia

"Nostra figlia era sana"

Parlano i genitori di Emiliana, la ragazza di 11 di Pompei, morta dopo aver contratto l'influenza A

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L'ospedale Santobono di Napoli (Infophoto)

L'ospedale Santobono di Napoli (Infophoto)

NAPOLI- Sarà l'autopsia a stabilire le cause della morte di Emiliana, la ragazza di 11 anni deceduta venerdì all'ospedale Santobono di Napoli, dopo aver contratto il virus dell'influenza A. I genitori di Emiliana, non hanno la forza di parlare ma tramite il sindaco di Pompei, Claudio D'Alessio, fanno sapere che "la bambina era sana almeno a quanto loro sapessero". Se la piccola avesse patologie congenite non note lo si saprà solo al termine dell'autopsia che sarà eseguita nella giornata di lunedì all'Istituto di medicina legale del Policlinico di Napoli. I genitori di Emiliana, il fratello e la sorella sono chiusi nel loro dolore e fino a questo momento non vogliono parlare nè con i giornalisti nè con estranei. I funerali della piccola erano già stati fissati per domenica alle 15 nella chiesa dell'Immacolata Concezione, ma sono stati rinviati proprio per consentire l'esame medico legale. A Pompei, sui manifesti a lutto è stato affisso un nuovo avviso con il quale si annuncia il rinvio delle esequie. "Comprendeteci, siamo distrutti dal dolore - spiega un parente di Emiliana - questo non è il momento di parlare. Attendiamo l'evolversi della vicenda".

IL DIRETTORE DEL SANTOBONO - "Ancora non sappiamo" se la morte della bambina sia stata causata direttamente dalla "nuova influenza": "Sappiamo che ha avuto complicazioni cardiache molto serie e veloci nella progressione e che nell’esame per il virus H1N1 è poi risultata positiva" ha detto Enrico De Campora, direttore sanitario dell’ospedale Santobono di Napoli, intervistato da Sky Tg24. "Ancora non sappiamo nulla, abbiamo chiesto un riscontro diagnostico", ovvero un’autopsia, continua De Campora: "Lo avevamo già previsto noi presso l’università Federico II, poi è subentrata la magistratura evidentemente per suoi motivi".

I PEDIATRI - La morte della bambina di Pompei ha spinto Pasquale Di Pietro, Presidente della Società Italiana di Pediatria ad invitare le regioni ad affrettare al massimo i tempi di intervento della vaccinazione per l'influenza H1N1. "Se l'autopsia che si sta eseguendo in queste ore confermerà, quanto emerso dalle prime indiscrezioni, che la undicenne morta a Napoli per effetto dell'influenza aveva problemi cardiaci - afferma Di Pietro -, la bambina avrebbe dovuto rientrare nelle categorie a rischio da vaccinare prioritariamente. Considerando però che il vaccino è arrivato alle Regioni, sia pure in quantità limitata, da pochissimi giorni e considerando il tempo necessario dopo la vaccinazione perchè la protezione sia efficace, la piccola in questione non avrebbe comunque potuto essere protetta". "A questo punto - sottolinea il presidente dei pediatri italiani - diventa indispensabile affrettare al massimo i tempi di intervento. Ci chiediamo - continua Di Pietro - se le Regioni abbiano già tutte attivato un adeguato piano di intervento e abbiano iniziato a lavorare in questo senso. Purtroppo dobbiamo fronteggiare una situazione di emergenza con un vaccino che si è reso disponibile con ritardo, ma a questa difficoltà oggettiva non possiamo aggiungere anche ritardi generati da disorganizzazione e confusione". E il vicepresidente della stessa associazione, Gianni Bona, ha spiegato all'Ansa che "nella nostra esperienza, questa settimana abbiamo avuto un aumento dell'80% delle visite al pronto soccorso rispetto alla settimana precedente".

LE MAMME DI POMPEI - E le parole dei pediatri non rassicurano certo la popolazione di Pompei. "Hanno chiuso le scuole? Bene. Comunque, noi i bimbi non li manderemo in classe almeno fino a quando non avranno detto una parola di chiarezza". Nella frazione "Tre ponti " di Pompei da venerdì pomeriggio si vive nell'angoscia. Le mamme si dicono maggiormente preoccupate anche perchè "qui tutti sapevamo che Emiliana era una bambina sana, in piena salute".

RICOVERATI - Intanto una donna in gravidanza, un uomo adulto e un ragazzo sono stati ricoverati per precauzione nell'ospedale Umberto I a Roma, proprio dopo aver contratto il virus dell'influenza A. Nello stesso ospedale rimangono stabili le condizioni dei tre bambini ricoverati in terapia intensiva, sempre per l'influenza, ma già affetti da patologie croniche invalidanti. Le condizioni di altri due bambini postivi al test del virus H1N1, ricoverati in osservazione breve all'interno del nosocomio romano, sono in netto miglioramento.

 

01 novembre 2009

 

 

 

 

 

 

 

REPUBBLICA

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http://www.repubblica.it/

2009-11-04

I decessi nella Capitale, a Monza, Scafati e Alessandria. Le persone erano affette da patologie pregresse

Il viceministro Fazio incontra le Regioni: "Chiarimento sui vaccini"

Virus A, morti altri sei contagiati

Fazio: "Colpito il 5% dei bimbi, nessun morto"

Virus A, morti altri sei contagiati Fazio: "Colpito il 5% dei bimbi, nessun morto"

Il viceministro Fazio

ROMA - Cresce il bilancio delle persone decedute che risultavano colpite anche dall'influenza A. La precisazione del ministero della Salute continua a essere d'obbligo: finora, con una sola eccezione, tutti i casi di decesso hanno riguardato persone già in precarie condizioni per altre patologie.

Oggi all'ospedale Spallanzani di Roma è morto il tecnico radiologo che era ricoverato da alcuni giorni in rianimazione dopo avere contratto il virus dell'influenza A. L'uomo, dipendente di una Asl della capitale, era obeso, iperteso e diabetico, e le sue condizioni si erano aggravate nelle ultime ore. Tre medici degli Ospedali riuniti Anzio Nettuno, il nosocomio dove lavorava il tecnico di radiologia, sono risultati affetti dal virus e adesso sono a casa in aspettativa per malattia.

La seconda vittima di oggi è una ragazzina di 13 anni, affetta da una grave malformazione toracico-polmonare. E' deceduta all'ospedale San Gerardo di Monza. Il terzo decesso della giornata è quello di Chantal Carleo, una diciottenne morta all'ospedale Bambino Gesù di Roma. La giovane che era affetta fin dall'infanzia da fibrosi cistica, aveva contratto il virus dell'influenza A. Dura la sorella della ragazza: "Mia sorella è morta perchè non era nel reparto idoneo e non è stata cautelata: non ci devono essere altri morti per lo stesso motivo". L'altra vittima è un uomo di 26 anni con gravi handicap cerebrali è morto all'ospedale di Scafati. L'uomo era stato ricoverato ieri sera intorno alle 22: circa venti minuti dopo è morto. E' la decima vittima in Campania.

Questa mattina, nell'ospedale infantile 'Cesare Arrigo' di Alessandria, è deceduto un ragazzo di 14 anni colpito dal virus. Il minorenne era affetto da preesistenti pluri-patologie croniche molto gravi ed altrettanto grave insufficienza respiratoria cronica. Più tardi, a Vercelli, si è aggiunta la positività all'H1N1 di un diciassettenne che è morto due giorni fa. Anche lui, purtroppo, aveva pesanti deficit pregressi: in particolare, era affetto da mucoplipidosi, una malattia rara che colpisce diverse funzioni vitali.

A Sassari, invece, migliorano, seppur lievemente, le condizioni del paziente di origini campane, affetto da patologia immunodepressiva, ricoverato nel reparto di rianimazione dell'azienda ospedaliera universitaria.

Il viceministro alla Salute, Ferruccio Fazio, intanto, spiega: "L'influenza A sta colpendo soprattutto i

bambini e i ragazzi: 5 su 100 si sono gia' ammalati. Nessuno però in modo grave, e non ci sono state vittime". Nessun problema, conclude il viceministro, neanche per l'approvigionamento del vaccino.

(4 novembre 2009) Tutti gli articoli di cronaca

 

 

 

 

 

 

 

 

Virus A, due morti a Monza e Roma

Avevano entrambi patologie pregresse

ROMA - E' morto oggi all'ospedale Spallanzani di Roma il tecnico radiologo che era ricoverato da alcuni giorni in rianimazione dopo avere contratto il virus dell'influenza A. L'uomo aveva patologie pregesse e lavorava in una Asl della capitale.

La seconda vittima tra le persone contagiate, oggi, è stata una ragazzina di 13 anni, affetta da una grave malformazione toracico-polmonare. E' deceduta all'ospedale San Gerardo di Monza.

(4 novembre 2009) Tutti gli articoli di cronaca

 

 

 

 

Sondaggio Ipr Marketing: oltre la metà degli intervistati pensa che sarà colpito dal virus

teme le complicazioni ma al contempo si dichiara contrario alla profilassi

Italiani preoccupati dall'influenza A

ma sul vaccino prevale lo scetticismo

di RITA CELI

Italiani preoccupati dall'influenza A ma sul vaccino prevale lo scetticismo

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Multimedia

* LE TABELLE

ROMA - Gli italiani sono preoccupati per l'influenza A. Ma sono anche scettici sull'efficacia del vaccino. Un sondaggio realizzato da Ipr Marketing per Repubblica.it rivela soprattutto incertezza e dubbi: più della metà degli interpellati teme per la pericolosità del virus H1N1 e uno su tre si spinge a prevedere che provocherà molte vittime nel nostro Paese, ma al contempo cresce il timore di vaccinarsi.

Oltre la metà degli intervistati, da Nord a Sud, pensa di poter essere colpito dall'influenza A, in particolare i più giovani. Ma in molti ammettono la scarsa conoscenza della malattia: quasi due italiani su tre non saprebbero come comportarsi in caso di contagio. Il 42 per cento delle persone coinvolte nell'indagine accusa le istituzioni responsabili di non dire tutta la verità e addirittura di nascondere qualcosa. Di qui l'allarme, ma anche il diffuso scetticismo sulla vaccinazione. Il ricorso al vaccino è infatti escluso da più della metà degli intervistati: il 56 per cento si dichiara contrario, contro il 33 per cento favorevole e l'11 per cento senza opinione in proposito. La ragione di questa forte opposizione è da cercare nelle controindicazioni: la maggioranza ritiene che sia un vaccino poco sperimentato e dunque potenzialmente in grado di provocare danni alla salute.

Questa sensazione contrasta con i messaggi rassicuranti diffusi in questi giorni dal governo e trova una spiegazione nella preoccupante mancanza di fiducia verso le autorità sanitarie. Quasi la metà degli italiani ritiene infatti che queste stiano gestendo la comunicazione dell'emergenza in modo opaco o contraddittorio, sminuendo la reale entità del problema oppure invitando i genitori alla vaccinazione di massa dei loro bambini.

Ciò inevitabilmente induce a ipotizzare, in caso di pericolo, una condotta difforme rispetto alle indicazioni fornite dal governo. La maggior parte degli interpellati si rivolgerebbe al medico di base mentre in minima percentuale affronterebbe la malattia come una normale influenza. Ma un quarto degli intervistati dichiara che in caso di sospetto di contagio andrebbe immediatamente all'ospedale, senza consultare il medico di famiglia, esattamente il contrario di quanto raccomandato dal viceministro Ferruccio Fazio.

L'incertezza sta provocando anche i primi cambiamenti nello stile di vita. Oltre un terzo delle persone intervistate dichiara di evitare ristoranti, cinema e in generale luoghi chiusi e affollati; una percentuale di poco inferiore, sotto il 33 per cento, evita di recarsi al lavoro con i mezzi pubblici.

© Riproduzione riservata (4 novembre 2009)

 

 

 

2009-11-03

Contro la psicosi in Lombardia vademecum per identificare il virus

L'assalto nelle Asl e Guardie mediche: in ambulatorio visite in crescita del 20 per cento

I medici di base scendono in trincea

"Visite alle stelle, è l'effetto pandemia"

di MARIA NOVELLA DE LUCA

I medici di base scendono in trincea "Visite alle stelle, è l'effetto pandemia"

ROMA - Starnuti. Tosse. Occhi rossi. Decine di bambini coperti all'inverosimile. Chi ha la febbre. Chi la mascherina che copre il naso e la bocca. I genitori hanno l'ansia disegnata in faccia e i gel igienizzanti nella borsa. Ognuno cataloga ossessivamente i sintomi dei figli. Pomeriggio nell'ambulatorio pediatrico di una popolosissima Asl romana. I riscaldamenti sono al massimo, i ragazzini sudano e la minuscola sala d'aspetto si trasforma in breve in una "serra" ad alto tasso di virus e contagi. Le domande girano, la paura è palpabile. "Il vaccino è sicuro? Può creare danni neurologici? E se un bambino è allergico? Possiamo mandarli a nuoto?".

L'ambulatorio è un concerto di colpi di tosse e soffiate di naso. Così finisce che le mamme spalancano le porte e i bambini si disperdono, ben contenti, tra scale e pianerottoli in attesa del loro turno. Dalle tasche escono macchinette, pupazzi, giochi. Saltano sciarpe e cappelli. Avanti il prossimo. Alle nove di sera, disfatta, la pediatra, Annalisa Felici, 25 anni di esperienza alle spalle, fa il bilancio: "Dalle 10 del mattino ho visitato trenta bambini, di cui 4 neonati. In almeno tre casi, quelli con la temperatura più alta, credo che i sintomi fossero quelli dell'influenza A. Ma senza alcuna complicazione. Per gli altri semplici febbri e raffreddamenti. Soltanto per una bambina di 4 anni, con una lieve malformazione cardiaca, ho chiesto che venissero fatti subito maggiori accertamenti in ospedale. I genitori mi hanno chiamato poco fa dicendomi che la piccola è stata ricoverata e che sarà vaccinata in tempi brevi... ".

Cronaca dei primi giorni di pandemia annunciata, con la paura che sale e le famiglie che si sentono smarrite, mentre gli studi dei medici di famiglia e dei pediatri si trasformano in fortini assediati, e a nulla valgono le raccomandazioni, "telefonate, prendete appuntamento, non vi affollate...". Ai primi sintomi di febbre la corsa è qui, nei presidi di quartiere, "dottore mi senta i polmoni", "ho mal di gola, devo fare il tampone?", "me lo farà lei il vaccino", "mio figlio respira male, ha l'influenza A?". Da tutti la richiesta pressante: "Vogliamo il vaccino", anche se proprio ieri Pasquale Di Pietro, presidente della Società Italiana di Pediatria, ha ribadito che "non c'è alcuna esigenza perché i bambini sani vengano vaccinati, ma è urgente invece che vengano rapidamente vaccinati i bambini e gli adolescenti che rientrano nelle categorie a rischio".

Una tensione che cresce, che rasenta la psicosi collettiva, soprattutto dopo le prime notizie dei bimbi che non ce l'hanno fatta, mentre l'influenza stagionale confonde i sintomi e le idee. "Abbiamo avuto un aumento del carico di lavoro in ambulatorio di oltre il 20% e di quello telefonico del 40% - spiega Fiorenzo Corti, portavoce della Federazione italiana medici di famiglia - nel giro di due settimane il numero dei pazienti dei nostri studi in tutta Italia è passato dai due milioni dei "giorni normali", ai tre milioni di queste settimane. E il nostro ruolo è davvero delicato, ormai alla prima comparsa della febbre i pazienti telefonano o si precipitano nello studio, tutti vogliono sapere se sono categorie a rischio". E il panico cresce ancor di più se è sabato, se l'ambulatorio del medico di famiglia è chiuso, e magari è notte.

Così la nuova trincea diventa quella della Guardia Medica, come racconta Tommasa Maio, segretario del settore Continuità Assistenziale della Lombardia. "Da tre settimane siamo sotto assedio, riceviamo centinaia di chiamate ogni notte, la gente ha veramente paura, è confusa. Tanto che proprio per poter offrire un servizio migliore abbiamo preparato un manuale, un vademecum da distribuire in tutti i presidi di Guardia Medica, in continuità appunto con il lavoro che fanno i medici di famiglia. Un manuale che contiene la precisa descrizione dei sintomi dell'influenza A, dei criteri di ospedalizzazione, per poter fin da subito fare uno screening dei casi. Perché il nostro lavoro è quello di individuare e di garantire le priorità, le situazioni più urgenti, quelle più a rischio, soprattutto in questi giorni in cui la gente è disorientata, ha paura". Con calma e pazienza, i medici dei centri vaccinazioni delle aziende sanitarie locali rassicurano gli anziani, che alla spicciolata si affacciano e chiedono notizie. Cercando, anche, di stemperare l'angoscia. "Il vaccino arriva, ce ne sarà per tutti. Ma per adesso tocca a chi ha più malanni. Lei ha 70 anni e sta bene? E non è contento? Aspetti che verrà il suo turno, per adesso si riguardi... ".

Ed è l'incertezza il sentimento che accomuna Giulia, Caterina, Afef e Sara, giovani donne tra i 30 e i 35 anni e tutte tra il sesto e il settimo mese di gravidanza, mentre escono dal Consultorio sotto una pioggia battente. Il loro incontro informativo, già previsto, sul parto e sulla preparazione al parto con la ginecologa e l'ostetrica che le seguono, si è trasformato in un dibattito sul vaccino e sulla paura dell'influenza A. "Ci dicono che siamo una categoria a rischio, e che abbiamo 4 volte più degli altri le probabilità di sviluppare sintomi gravi. Ma se invece ci fossero conseguenze sul bambino? Questi farmaci sono nuovi, chissà se sono sicuri - ragiona Giulia - ho letto su Internet di bambini rovinati, con gravi sindromi neurologiche proprio causate dai vaccini. Certo, non è la stessa cosa, ma io non mi fido. A costo di restare chiusa in casa fino alla fine della gravidanza".

Ancor più dubbiosa Caterina, una ragazza esile e bionda. "Ho fatto di tutto per avere questa figlia, sono stata a letto tre mesi, adesso davvero non so che cosa fare. Mio marito insiste per il vaccino, dice che non ci sono rischi, ma noi siamo le prime a testarlo. E se si fossero sbagliati?". La paura, in quel delicato e complesso momento che è la gravidanza, è spesso irrazionale, atavica, più forte di ogni statistica ed evidenza scientifica. Sara e Afef sono, invece, meno spaventate. Al secondo figlio Sara e al terzo Afef, marocchina di Casablanca in Italia da 10 anni, nei prossimi giorni si presenteranno al centro vaccinazioni. Sara: "Non ho paura. Sarebbero pazzi a dirci di fare il vaccino se fosse dannoso. E se invece fossero le conseguenze del virus a far male ai bimbi che abbiamo in pancia? No, io seguo le indicazioni e a gennaio appena sarà disponibile farò vaccinare anche la mia prima figlia. Non possiamo rischiare. Avete sentito che stanno morendo i bambini? Proprio loro, i più piccoli, i più fragili...".

© Riproduzione riservata (3 novembre 2009)

 

 

 

 

 

Contro la psicosi in Lombardia vademecum per identificare il virus

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I medici di base scendono in trincea

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di MARIA NOVELLA DE LUCA

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ROMA - Starnuti. Tosse. Occhi rossi. Decine di bambini coperti all'inverosimile. Chi ha la febbre. Chi la mascherina che copre il naso e la bocca. I genitori hanno l'ansia disegnata in faccia e i gel igienizzanti nella borsa. Ognuno cataloga ossessivamente i sintomi dei figli. Pomeriggio nell'ambulatorio pediatrico di una popolosissima Asl romana. I riscaldamenti sono al massimo, i ragazzini sudano e la minuscola sala d'aspetto si trasforma in breve in una "serra" ad alto tasso di virus e contagi. Le domande girano, la paura è palpabile. "Il vaccino è sicuro? Può creare danni neurologici? E se un bambino è allergico? Possiamo mandarli a nuoto?".

L'ambulatorio è un concerto di colpi di tosse e soffiate di naso. Così finisce che le mamme spalancano le porte e i bambini si disperdono, ben contenti, tra scale e pianerottoli in attesa del loro turno. Dalle tasche escono macchinette, pupazzi, giochi. Saltano sciarpe e cappelli. Avanti il prossimo. Alle nove di sera, disfatta, la pediatra, Annalisa Felici, 25 anni di esperienza alle spalle, fa il bilancio: "Dalle 10 del mattino ho visitato trenta bambini, di cui 4 neonati. In almeno tre casi, quelli con la temperatura più alta, credo che i sintomi fossero quelli dell'influenza A. Ma senza alcuna complicazione. Per gli altri semplici febbri e raffreddamenti. Soltanto per una bambina di 4 anni, con una lieve malformazione cardiaca, ho chiesto che venissero fatti subito maggiori accertamenti in ospedale. I genitori mi hanno chiamato poco fa dicendomi che la piccola è stata ricoverata e che sarà vaccinata in tempi brevi... ".

Cronaca dei primi giorni di pandemia annunciata, con la paura che sale e le famiglie che si sentono smarrite, mentre gli studi dei medici di famiglia e dei pediatri si trasformano in fortini assediati, e a nulla valgono le raccomandazioni, "telefonate, prendete appuntamento, non vi affollate...". Ai primi sintomi di febbre la corsa è qui, nei presidi di quartiere, "dottore mi senta i polmoni", "ho mal di gola, devo fare il tampone?", "me lo farà lei il vaccino", "mio figlio respira male, ha l'influenza A?". Da tutti la richiesta pressante: "Vogliamo il vaccino", anche se proprio ieri Pasquale Di Pietro, presidente della Società Italiana di Pediatria, ha ribadito che "non c'è alcuna esigenza perché i bambini sani vengano vaccinati, ma è urgente invece che vengano rapidamente vaccinati i bambini e gli adolescenti che rientrano nelle categorie a rischio".

Una tensione che cresce, che rasenta la psicosi collettiva, soprattutto dopo le prime notizie dei bimbi che non ce l'hanno fatta, mentre l'influenza stagionale confonde i sintomi e le idee. "Abbiamo avuto un aumento del carico di lavoro in ambulatorio di oltre il 20% e di quello telefonico del 40% - spiega Fiorenzo Corti, portavoce della Federazione italiana medici di famiglia - nel giro di due settimane il numero dei pazienti dei nostri studi in tutta Italia è passato dai due milioni dei "giorni normali", ai tre milioni di queste settimane. E il nostro ruolo è davvero delicato, ormai alla prima comparsa della febbre i pazienti telefonano o si precipitano nello studio, tutti vogliono sapere se sono categorie a rischio". E il panico cresce ancor di più se è sabato, se l'ambulatorio del medico di famiglia è chiuso, e magari è notte.

Così la nuova trincea diventa quella della Guardia Medica, come racconta Tommasa Maio, segretario del settore Continuità Assistenziale della Lombardia. "Da tre settimane siamo sotto assedio, riceviamo centinaia di chiamate ogni notte, la gente ha veramente paura, è confusa. Tanto che proprio per poter offrire un servizio migliore abbiamo preparato un manuale, un vademecum da distribuire in tutti i presidi di Guardia Medica, in continuità appunto con il lavoro che fanno i medici di famiglia. Un manuale che contiene la precisa descrizione dei sintomi dell'influenza A, dei criteri di ospedalizzazione, per poter fin da subito fare uno screening dei casi. Perché il nostro lavoro è quello di individuare e di garantire le priorità, le situazioni più urgenti, quelle più a rischio, soprattutto in questi giorni in cui la gente è disorientata, ha paura". Con calma e pazienza, i medici dei centri vaccinazioni delle aziende sanitarie locali rassicurano gli anziani, che alla spicciolata si affacciano e chiedono notizie. Cercando, anche, di stemperare l'angoscia. "Il vaccino arriva, ce ne sarà per tutti. Ma per adesso tocca a chi ha più malanni. Lei ha 70 anni e sta bene? E non è contento? Aspetti che verrà il suo turno, per adesso si riguardi... ".

Ed è l'incertezza il sentimento che accomuna Giulia, Caterina, Afef e Sara, giovani donne tra i 30 e i 35 anni e tutte tra il sesto e il settimo mese di gravidanza, mentre escono dal Consultorio sotto una pioggia battente. Il loro incontro informativo, già previsto, sul parto e sulla preparazione al parto con la ginecologa e l'ostetrica che le seguono, si è trasformato in un dibattito sul vaccino e sulla paura dell'influenza A. "Ci dicono che siamo una categoria a rischio, e che abbiamo 4 volte più degli altri le probabilità di sviluppare sintomi gravi. Ma se invece ci fossero conseguenze sul bambino? Questi farmaci sono nuovi, chissà se sono sicuri - ragiona Giulia - ho letto su Internet di bambini rovinati, con gravi sindromi neurologiche proprio causate dai vaccini. Certo, non è la stessa cosa, ma io non mi fido. A costo di restare chiusa in casa fino alla fine della gravidanza".

Ancor più dubbiosa Caterina, una ragazza esile e bionda. "Ho fatto di tutto per avere questa figlia, sono stata a letto tre mesi, adesso davvero non so che cosa fare. Mio marito insiste per il vaccino, dice che non ci sono rischi, ma noi siamo le prime a testarlo. E se si fossero sbagliati?". La paura, in quel delicato e complesso momento che è la gravidanza, è spesso irrazionale, atavica, più forte di ogni statistica ed evidenza scientifica. Sara e Afef sono, invece, meno spaventate. Al secondo figlio Sara e al terzo Afef, marocchina di Casablanca in Italia da 10 anni, nei prossimi giorni si presenteranno al centro vaccinazioni. Sara: "Non ho paura. Sarebbero pazzi a dirci di fare il vaccino se fosse dannoso. E se invece fossero le conseguenze del virus a far male ai bimbi che abbiamo in pancia? No, io seguo le indicazioni e a gennaio appena sarà disponibile farò vaccinare anche la mia prima figlia. Non possiamo rischiare. Avete sentito che stanno morendo i bambini? Proprio loro, i più piccoli, i più fragili...".

© Riproduzione riservata (3 novembre 2009)

 

 

 

 

2009-11-02

Nuova vittima all'ospedale Cotugno: aveva 42 anni e soffriva di patologie pregresse

Oggi l'autopsia sulla bimba di 11 anni di Pompei, deceduta sabato

Influenza A, morta donna a Napoli

Pediatri: "Illogico vaccinare tutti i bimbi"

Opportuno invece, per i medici di base, immunizzare i piccoli affetti da malattie croniche

Influenza A, morta donna a Napoli Pediatri: "Illogico vaccinare tutti i bimbi"

ROMA - L'influenza A fa un'altra vittima: una donna è morta questa mattina all'ospedale Cotugno di Napoli. Aveva 42 anni e il suo stato di salute era complicato da patologie pregresse. La donna era ricoverata da una decina di giorni in rianimazione. E' la settima vittima nel capoluogo campano. Intanto, sempre a Napoli, si attendono i risultati dell'autopsia compiuta sulla bimba di 11 anni morta sabato. La Procura ha disposto "un accertamento preliminare per verificare se esistano eventuali ipotesi di reato, e che potrà essere utile anche per la salute pubblica".

Indagine sulla bimba morta a Pompei. "Vogliamo dissipare - spiega il procuratore della Repubblica di Napoli, Giovandomenico Lepore - ogni dubbio su questo caso. I risultati dell'autopsia serviranno, oltre che per stabilire se ci siano ipotesi di reato, anche alla sanità per capire effettivamente la natura di questo virus, se e come abbia avuto un ruolo nella morte della bambina, se c'erano malattie pregresse. I parenti hanno detto che la bimba stava bene e non soffriva di alcuna patologia. Per questo vogliamo capire cosa è successo".

Pediatri di famiglia: "Illogico vaccinare i bimbi". Dai pediatri di famiglia un'indicazione opposta a quella data, tra sabato e domenica, dalla Società italiana di pediatria: "E' assolutamente illogico e senza senso appellarsi alla necessità di vaccinare subito, indiscriminatamente, tutti bambini contro il virus della nuova influenza". Lo afferma Giuseppe Mele, rieletto venerdì scorso al vertice della Fimp, l'associazione alla quale afferisce la quasi totalità dei pediatri di famiglia italiani.

"Vaccino per i bambini con patologie croniche". "E' invece necessario - sottolinea Mele - in linea con quanto stabilito dalle direttive ministeriali, vaccinare i bambini affetti da patologie croniche, per i quali non solo i vaccini sono già disponibili, ma lo sono con oltre 15 giorni di anticipo rispetto a quanto preventivato". Peraltro, aggiunge il presidente dei pediatri di famiglia, "come da noi richiesto e ottenuto dal ministero, le dosi di vaccino destinate ai bambini sono del tipo monodose, quindi più sicuri e con scarsissime possibilità di effetti collaterali".

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Situazione "sotto controllo". "La strategia sino ad oggi messa in atto dal ministero della Salute è stata condivisa con i pediatri di famiglia che costantemente, sull'intero territorio nazionale, stanno monitorando l'andamento epidemiologico dell'influenza. La situazione - conclude Mele - è assolutamente sotto controllo e non registriamo alcun problema particolare che giustifichi inutili appelli a vaccinazioni di massa".

(2 novembre 2009) Tutti gli articoli di cronaca

 

 

 

 

 

Il ministero della Salute ha aperto un sito sulla prevenzione con giochi, quiz e suonerie per cellulari

Le amministrazioni regalano fazzolettini nelle scuole e forniscono sapone igienizzante

Auto asettica, cautela in palestra

il fai-da-te contro il virus A

Si moltiplicano anche le iniziative private (e commerciali) per contrastare il contagio

Decaloghi per scoraggiare baci e abbracci e kit cortesia per i clienti degli hotel

di STEFANIA PARMEGGIANI

Auto asettica, cautela in palestra il fai-da-te contro il virus A

Uno dei dispenser installati a Milano

ROMA - Evitate di baciarvi e abbracciarvi. E se possibile parlatevi a distanza di sicurezza, un metro dovrebbe essere sufficiente. Certo, il sito del ministero della Salute consiglia cinquanta centimetri di distanza e solo se di fronte si ha una persona influenzata, ma abbondare male non fa. I consigli "fatti in casa" abbondano mentre comincia la stagione dell'influenza.

Ecco un esempio di mini-guida contro l'influenza A, un vademecum comparso sulle porte di una palestra romana, la Fitness First di via Giolitti. Chi la frequenta, ogni volta che entra nello spogliatoio, può mandare a memoria i "campanelli d'allarme" di fronte ai quali rivolgersi al medico. Sulla porta, infatti, sono affissi anche i sintomi che dovrebbero insospettire: "Febbre improvvisa oltre i 38 gradi, brividi, dolori muscolari e articolari, raffreddore, sensazione di vertigine e disturbi respiratori, mal di pancia, diarrea e vomito". Il socio meno previdente è comunque tutelato da un'accortezza della direzione: nei dispenser il solito sapone è stato sostituito da un noto antibatterico.

E' solo un esempio di come, di fronte al record di contagi e allo spettro della pandemia, gli italiani si stanno auto-organizzando. Infatti, al di là dei vaccini che in ogni Regione hanno tempi e modalità diverse, una campagna importante si gioca sulla prevenzione. Il ministero della Salute ha messo online un sito (fermailvirus.it) con tanto di giochi, test e servizi interattivi e le amministrazioni si sono date da fare per declinare la campagna informativa che, a seconda dei casi, prevede distributori di sapone igienizzante nei luoghi pubblici (a Milano sono comparsi anche nei corridoi della questura), fazzolettini di carta agli studenti (il record spetta all'Emilia Romagna con un milione di salviette distribuite nelle scuole) o merende gratuite a base di frutta (regalo della Coldiretti a quasi 800mila alunni delle primarie).

Ci si dà da fare perché "la salute è nelle nostre mani", o meglio nella buona abitudine di lavarsele spesso e accuratamente, meglio ancora se con prodotti appositi. Di cui molti privati si sono già dotati. L'esempio è dato dalla catena di hotel di lusso "ABItalia Hotels&Resort" che nelle strutture di Padova, Bologna, Pisa e Trapani metterà a disposizione dei clienti un gel trasparente e igienizzante.

In Italia non è ancora arrivata l'automobile che tiene lontani i batteri, presentata al Tokyo Motor Show dalla Mitsubishi (camera disinfettante con erogatore di ossigeno e di umidità regolato elettronicamente e tappezzeria antibatteri), ma l'imperativo dell'igiene è piuttosto sentito. Almeno su Internet dove in poche ore il gioco "Ammazza il Virus" del Ministero della Salute sta facendo proseliti. Il prossimo passo sarà sui cellulari: sempre il ministero, nel cercare tra i cittadini alleati contro il virus, regala una suoneria con le regole della prevenzione. Messaggio canoro firmato dallo Stato che si affianca a quelli di altre organizzazioni (ad esempio il video di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa distribuito in 185 paesi) e dai dottori che hanno aderito all'iniziativa di Radio 24 "Influenza A: te la canto e gliela suono": testi rigorosamente scientifici, scritti da medici, per canzoni e jingle musicali.

Il motivo conduttore, ovviamente, è quello di lavarsi le mani anche perché per quanto scontato possa sembrare, la buona abitudine non è molto diffusa, soprattutto tra gli uomini. La conferma arriva dai ricercatori della London School of Hygiene & Tropical Medicine, che hanno esaminato oltre 250 mila persone per verificare le loro abitudini igieniche dopo l'uso della toilette. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista American Journal of Public Health in occasione della "Giornata mondiale per la pulizia delle mani": un terzo degli uomini ancora non lo fa.

© Riproduzione riservata (30 ottobre 2009) Tutti gli articoli di cronaca

 

 

 

 

 

 

L'UNITA'

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2009-11-04

Influenza A, il forum con i medici

di Francesco Costatutti gli articoli dell'autore

Influenza A: contagio o psicosi? Paura o ipocondria? Organizzazione o caos? Queste le domande che tutta l'Italia si sta facendo in queste ore. Se nelle scuole dei nostri figli tornano, dopo alcune settimane di assenza, ragazzi guariti dall'influenza A cosa è meglio fare? Giusto o sbagliato chiudere le scuole? E negli uffici? E negli ospedali? La vaccinazione è una contromossa utile oppure può essere dannosa? Al forum de l'Unità ne parliamo con Stefania Salmaso, direttore del Centro nazionale di epidemiologia (Cnesps), dirigente dell'Istituto superiore di sanità e delegata italiana dell'Emea, l'autorità europea per il farmaco, e con Massimo Andreoni, professore ordinario di Malattie infettive, direttore del dipartimento di salute pubblica e biologia cellulare all'università Tor Vergata, primario del reparto Malattie infettive.

11.09 - "L'anomalia è la diffusione, non la potenza"

Cos'è questa influenza e in cosa è diversa dalla stagionale? "Si tratta di un fenomeno normale e in qualche modo previsto: i virus dell'influenza sono dei gran trasformisti. Ogni volta che si riproducono ne escono varianti sempre nuove, a volte non hanno grande successo, a volte colpiscono molte persone. Con questi cambiamenti continui emerge un cambiamento maggiore, così che la maggior parte di noi sia più suscettibile al nuovo virus. L'anomalia quindi è nella diffusione e nell'estensione, non nella forza del virus".

11.14 - Le pandemie, una ogni trent'anni

"L'ultima pandemia risale alla fine degli anni Sessanta e quindi era in qualche modo prevedibile, ma non siamo stati pronti ad affrontarla. Gran parte del mondo scientifico era orientato a guardare verso oriente, verso il virus dell'influenza aviaria. Tutti erano preparati a una pandemia che fosse simile all'H5N1, l'aviaria: lo scenario peggiore. Per questo sono state messe in campo misure di prevenzione: il vaccino che usiamo oggi è stato realizzato nel 2007. Fare una stima delle vittime collegate all'influenza, poi, non è facile. Spesso l'influenza uccide perché produce complicanze a precedenti patologie".

11.15 - Molto contagiosa, minore gravità

Differenze tra questa epidemia e le precedenti? "Grande diffusione, grande capacità del virus di diffondersi, minore gravità del quadro clinico. I sintomi sono simili a quelli che conosciamo: tosse, raffreddore, febbre alta. La differenza è che la stagionale dura cinque o sei giorni, mentre l'influenza A dura un po' meno.

11.18 - Difficile da distinguere dalla stagionale

In questo momento si può dare per scontato che le infezioni alle quali si è esposti sono dovute al virus H1N1. "All'inizio delle epidemie si è molto attenti a identificare il virus, dato per certo che tutte le malattie sono dovute a quel virus si smette di fare questa ricerca". Anche facendo il test, il trattamento tra le due influenze non è differente. "Non ha rilevanza: è un quadro di sindrome influenzale, è un virus influenzale, l'approccio terapeutico è identico con farmaci antinfluenzali specifici".

11.24 - Ok il vaccino, ma niente psicosi

La corsa al vaccino è giustificata? "Certamente è meglio prevenire che curare: i vaccini sono la più grande scoperta della storia della medicina. Ma è corretto evitare la psicosi: se non si è soggetti a rischio, il decorso è comune ha qualsiasi influenza. In molti casi poi non serve nemmeno un trattamento farmacologico particolare".

11.26 - Quanto dura una pandemia?

"Lo studio delle pandemie del passato ci dice che si va a ondate, alcune più benigne e altre più severe. Forse un paio d'anni a livello mondiale ma non possiamo saperlo: certo dobbiamo essere preparati anche a situazioni peggiori di questa. Le epidemie durano massimo sei o sette settimane sul territorio nazionale, ma qua ci troviamo di fronte a una popolazione che non è semi-immune, la popolazione è più suscettibile".

11.28 - Perché siamo più esposti rispetto al passato?

"Siamo suscettibili a questo virus perché è un virus nuovo, che non circolava dagli anni Cinquanta: per questo gli anziani si ammalano meno e i giovani un po' di più. Dire che i bambini si ammalano perché più cagionevoli è falso: i bambini si nutrono meglio, si curano meglio".

11.32 - Parlarne molto aumenta o placa l'ansia?

"Probabilmente più che aumentare l'ansia, aumenta la confusione". "Ci troviamo in empasse, però: l'errore è pensare di poter avere gli strumenti per giudicare ogni notizia in propria. In questo i media giocano un ruolo fondamentale, proprio perché fanno da mediatore. La situazione è preoccupante anche perché davanti alla delegittimazione degli esperti, tutti i messaggi hanno lo stesso peso, viene meno il principio di autorevolezza. C'è una tendenza alla bagarre generale, alla leggenda metropolitana, al "chissà cosa c'è sotto"". "Probabilmente non si è stati bravi a diffondere messaggi giusti ed equilibrati. Le contraddizioni in cui sono incappate le autorità confondono persino la classe medica".

11.40 - Dubbi sul vaccino?

"Esiste un vaccino che è stato controllato, testato, provato, collaudato, registrato, valutato, approvato: fidatevi delle istituzioni. Che il singolo medico davanti a decine e decine di livelli di controllo la pensi diversamente è francamente bizzarro. È stato fatto tutto quello che doveva essere fatto: qual è l'alternativa?"

11.43 - Chi si deve vaccinare?

"È stato stabilito un ordine, il primo fronte è stato quello delle categorie essenziali, a cominciare con gli operatori sanitari e la classe medica. In contemporanea, tutti i soggetti che presentano condizioni di salute a rischio sotto i 65 anni, i bambini e le donne nel secondo e terzo trimestre di gravidanza".

11.52 - Botta e risposta

Chi ha avuto l'influenza A ed è guarito deve vaccinarsi o è immune? "È immune". È possibile che influenza A e influenza stagionale si presentino contemporaneamente? "È molto raro ma anche molto pericoloso perché il virus potrebbe trasformarsi nell'organismo: proprio per questo motivo è bene vaccinarsi per tempo, magari anche a entrambe le patologie. Basta farlo su due braccia diverse e i due vaccini possono essere somministrati contemporaneamente".

12.00 - La mascherina

"La mascherina devono metterla le persone che hanno contratto il virus. Mettere la mascherina per evitare di essere contagiati non serve a niente: la mascherina non protegge dall'esterno, ma evita di diffondere all'esterno il virus". "Bene anche lavarsi spesso le mani, che è sempre una buona abitudine, ma è un caso minimale: nel 95 per cento di casi il virus si propaga per via diretta, perché si sta troppo vicino a una persona affetta dal virus".

12.10 - Le leggende metropolitane sull'industria farmaceutica

Accrescere l'allarme e indurre le persone a vaccinarsi aumenta le vendite dei vaccini? "Si tratta di un argomento ridicolo. Le industrie vendono un prodotto che la sanità pubblica mondiale gli richiede ufficialmente dal 2004, proprio in vista di questa pandemia. Alcune case farmaceutiche hanno deciso liberamente di non produrne, altre hanno deciso di accettare la sfida e investire grandi quantità di denaro nella produzione del vaccino, proprio su richiesta delle autorità mediche internazionali. In caso contrario, se il vaccino viene prodotto dall'istituto nazionale, sarebbe dallo stesso valutato, distribuito e poi magari controllato: sarebbe un conflitto d'interessi gigantesco, e grandi distorsioni dovute a queste in passato sono successe".

04 novembre 2009

 

 

 

2009-11-03

Perché così tanti morti in Campania? "Le cure non sono tempestive"

di Cristiana Pulcinellitutti gli articoli dell'autore

Perché a Napoli si concentra oltre la metà dei decessi per influenza A H1N1 che si sono registrati in Italia? La risposta ancora non è chiara. Gianni Rezza dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) ha detto ieri che a Napoli l’incidenza dell’infezione è tre volte quella del resto dell’Italia. In altre parole, il numero di morti sarebbe più alto in Campania che altrove perché più alto è il numero di malati. Questo vorrebbe dire che la letalità, cioè la percentuale di ammalati che muoiono, in realtà, è la stessa. Quale? Il sottosegretario alla salute Fazio dice bassa: lo 0,2 per mille. Ma a questo punto ci si potrebbe chiedere: perché ci sono più infettati in Campania? "Si può pensare – dice Stefania Salmaso direttore del centro nazionale epidemiologia dell’Iss - che le condizioni di densità della popolazione, maggiori in Campania rispetto ad altre aree, facilitino la diffusione dell’infezione. Manon abbiamo le prove per sostenerlo. Oppure ci può essere un’altra spiegazione: la popolazione della Campania potrebbe avere un rischio preesistente più alto. Ad esempio potrebbero esserci più ipertesi o più persone con malattie croniche che, quindi, presentano un rischio maggiore di complicanze. Ma anche questo non possiamo dirlo con certezza". C’è poi una terza possibilità. La gestione della nuova influenza prevede che i pazienti ricevano le cure tempestivamente e che i casi più gravi vengano ricoverati nei reparti di terapia intensiva in cui ci sono gli strumenti per affrontare le complicazioni. Potrebbe non aver funzionato qualcosa nell’assistenza? "Certamente questo aspetto viene valutato, ma anche in questo caso non si può dire nulla prima di un’indagine più approfondita ".

Quello che però Salmaso tiene a sottolineare è che comunque, i decessi italiani sono pochi rispetto alle altre nazioni: in Francia ne contano 44, in Spagna oltre 60. Per non parlare della Gran Bretagna dove sono arrivati a 137 morti, ma dove, va ricordato, l’epidemia è scoppiata prima. Inoltre, rassicura l’epidemiologa, da nessuna parte del mondo è arrivata la notizia che il virus sia mutato. Niente paura. Fazio avverte che non bisogna farsi prendere dal panico, ma invece vaccinarsi se si è tra le categorie a rischio. Da ieri, in teoria, doveva partire la "fase due" della campagna vaccinale, quella che riguarda i bambini e le persone a rischio come i malati cronici. In teoria, perché in pratica molte regioni sono indietro: la vaccinazione è a macchia di leopardo anche per quanto riguarda la "fase uno", quella che coinvolge gli operatori sanitari. Alcune regioni hanno cominciato già da vari giorni, altre invece devono ancora partire. Il problema pare che riguardi anche le consegne delle dosi. In alcune regioni ne arriverebbero poche e in ritardo. Molte regioni sono sotto le 50.000 dosi. In Calabria, al momento, sono arrivati 47.370 vaccini, in Sardegna 39.770, nelle Marche 36.790, in Liguria 33.780, in Abruzzo 31.470, in Friuli Venezia Giulia 29.750, in Umbria 21.000, in Basilicata 13.890. Poco più di 13mila nella Provincia autonoma di Bolzano e 12.405 nella Provincia autonoma di Trento. Fanalini di coda il Molise, con 7.600 dosi di vaccino consegnati, e la Valle d’Aosta con 3.720. Da oggi la Croce Rossa Italiana consegnerà 1.186.510 dosi nei vari punti di distribuzione regionali. Si tratta della terza spedizione di un’operazione partita lo scorso 12 ottobre. Le nuove dosi si vanno ad aggiungere alle 1,4 milioni già consegnate.

03 novembre 2009

 

 

 

 

"Genitori, mandate i bambini a scuola"

di Aldo Quaglierinitutti gli articoli dell'autore

Tranquillizziamo i genitori. Questa malattia è come un’influenza normale. Anzi è meno grave". Vincenzo Calia, segue l’incidenza della suina tra i piccoli pazienti, non solo per il mestiere che fa, è un pediatra bravo e conosciuto, maperché monitora i casi di influenza da anni a questa parte. Ne ha viste tante, ne ha controllate di ogni colore, ne ha sconfitte, se così si può dire, di tutti i generi. Il lunedì di ogni settimana comunica il numero degli ammalati al ministero della Sanità, numeri che servono per tenere sotto controllo l’andamentostagionale, l’incidenza statistica, l’utilità, in definitiva, delle contromosse. È chiaro che il suo telefono, in queste ore, squilli ininterrottamente. "Ininterrottamente, sul serio. Da stamattina, non riesco a staccarmi per più di un minuto dal cellulare" .

Sono preoccupati i genitori?

"Un certo allarme c’è, è ovvio. Con tutto quello che si sente dire in giro... Però i nostri li abbiamo tranquillizzati ".

Ma il telefono squilla ancora...

"Un telefono bollente, certo, ma l’ambulatorio resta freddo".

Cioè?

"I genitori telefonano, noi li rassicuriamo. Niente casi gravi, non bisogna lasciare prendere dal panico".

Ci sono casi nelle scuole?

"Sì, ce ne sono tanti, tantissimi. In tutte le scuole. I numeri sono triplicati in una settimana, in pratica si può dire che c’è uno stato pandemico".

Quindi è lecito preoccuparsi.

"Macché, nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di bambini che stanno a casa tre o quattro giorni e poi guariscono".

Ma ci sono morti...

"Sono casi isolati, spesso casi che si combinano con altre patologie".

Le famose complicazioni...

"Sono casi rari".

Il vaccino serve?

"Sa che cosa succede?"

Dica

"Che l’unico modo per prevenire è la vaccinazione,ma servono almeno 24 milioni di dosi, poi bisogna distribuirle. Ci vuole tantissimo tempo. Finora ce ne sono due milioni. Se in alcune regioni non è ancora arrivatonon è colpa di nessuno ".

Si sono commessi errori?

"Una cascata di errori"

Cioè?

"Il primo è stato quello dell’organizzazione mondiale della sanità che ha dichiarato lo stato pandemico sorvolando sul fatto che occorra anche l’alta mortalità. In questo modo le autorità nazionali sono state costrette a mobilitarsi".

Poi?

"L’industria ha cavalcato la situazione. E i media anche".

Così siamo arrivati ai giorni nostri.

"Esatto".

Alla luce di questo, che cosa consiglia ai genitori?

"Di stare tranquilli".

Se ci sono casi di influenza suina in una classe, gli altri bambini devono restare a casa?

"Ma no, vadano a scuola normalmente ".

03 novembre 2009

 

 

 

 

2009-11-02

Influenza A allarme dei pediatri

È indispensabile affrettare al massimo i tempi di intervento della vaccinazione per l'influenza H1N1. È quanto afferma Pasquale Di Pietro, Presidente della Società Italiana di Pediatria. "Se l'autopsia che si sta eseguendo in queste ore confermerà, quanto emerso dalle prime indiscrezioni, che la undicenne morta a Napoli per effetto dell'influenza aveva problemi cardiaci - afferma Di Pietro -, la bambina avrebbe dovuto rientrare nelle categorie a rischio da vaccinare prioritariamente. Considerando però che il vaccino è arrivato alle Regioni, sia pure in quantità limitata, da pochissimi giorni e considerando il tempo necessario dopo la vaccinazione perchè la protezione sia efficace, la piccola in questione non avrebbe comunque potuto essere protetta". "A questo punto - sottolinea il presidente della SIP - diventa indispensabile affrettare al massimo i tempi di intervento. Ci chiediamo - continua Di Pietro - se le Regioni abbiano già tutte attivato un adeguato piano di intervento e abbiano iniziato a lavorare in questo senso. Purtroppo dobbiamo fronteggiare una situazione di emergenza con un vaccino che si è reso disponibile con ritardo, ma a questa difficoltà oggettiva non possiamo aggiungere anche ritardi generati da disorganizzazione e confusione". Di Pietro aggiunge che la Società Italiana di Pediatria ha da tempo informato il Ministero sulle specifiche esigenze dell'area pediatrica per la prevenzione e per la gestione dell'influenza pandemica: "ci auguriamo che siano tempestivamente messe in atto". Per concludere, il Presidente della SIP invita i genitori a non affollare i Pronto Soccorso per casi non realmente critici che possono essere gestiti differentemente, anche perchè i Pronto Soccorso sono luoghi in cui può avvenire la trasmissione della malattia.

01 novembre 2009

 

Influenza A, morta a Napoli una bambina di 11 anni

Una bambina di 11 anni è morta ieri pomeriggio all'ospedale "Santobono" di Napoli. La notizia è stata comunicata solo oggi da fonti dell'assessorato alla Sanità della Regione Campania. Era ricoverata da alcuni giorni ed era risultata affetta dall'influenza A. Dal mese di settembre è la sesta vittima a Napoli, la dodicesima in Italia ed è la prima vittima fra i bambini. Rimangono stabili invece le condizioni dei tre bambini ricoverati in terapia intensiva al Policlinico Umberto I a Roma e già affetti da patologie croniche invalidanti.

"È assolutamente importante che le persone a rischio di complicanze che rientrano nelle ordinanze emanate dal ministero della Salute si vaccinino prima possibile contro il virus dell'influenza A, perchè dopo sarebbe inutile", è la raccomandazione di Giovanni Rezza, epidemiologo dell'Istituto superiore di Sanità (Iss), che a pochi giorni dall'inizio della cosiddetta 'fase 2' della campagna di vaccinazione, non mostra preoccupazione per l'accelerazione del virus. "In parte era prevista, considerato che va avanti a ondate", ha detto Rezza.

Il Codacons intanto chiede chiarimenti sui ritardi nella fornitura di vaccini contro l'influenza A che stanno caratterizzando alcune regioni italiane. "Il Ministero della salute - afferma il Presidente Codacons, Carlo Rienzi - deve fornire chiarimenti e rassicurare i cittadini circa la copertura di vaccini in Italia. Il livello di preoccupazione degli utenti sta crescendo e si rischia una vera e propria psicosi. Vogliamo sapere con certezza quante dosi di vaccino siano disponibili in ciascuna regione italiana e i reali motivi dei ritardi nella fornitura". Il Codacons annuncia infine un esposto alla Procura della Repubblica di Roma in cui si chiederà di "accertare i ritardi alla luce delle possibili ipotesi di turbativa di pubblico servizio, omissioni di atti dovuti e inadempimento di pubbliche forniture".

La piccola, ha spiegato infatti il direttore sanitario dell'ospedale Santobono di Napoli, Enrico De Campora, è arrivata nella struttura sanitaria campana "praticamente in shock cardiogeno". All'inizio sembrava quindi una crisi cardiaca, "e sono stati i

colleghi della Rianimazione a sospettare l'infezione da H1N1, dato che la bimba aveva avuto la febbre. Quindi è stato eseguito il test, e l'ospedale Cotugno ha confermato la positività", ha ricordato De Campora. Sono proprio queste "circostanze anomale", secondo Rezza, a rendere necessari ulteriori accertamenti per capire se per caso la bambina non soffrisse di altre patologie.

"Com'è per ogni morte, in particolare se riguarda un bambino -riflette Rezza- si tratta sicuramente di un fatto drammatico, di

fronte al quale lo sconforto è inevitabile". Tuttavia, "se anche dagli accertamenti dovesse risultare che la bambina è morta

effettivamente a causa del virus H1N1 -continua lo specialista dell'Iss- bisogna considerare che, in corso di pandemia, casi gravi e purtroppo anche mortali sono attesi".Rezza torna comunque a ribadire che "la nuova influenza, pur in grado di diffondersi con grande rapidità, non è particolarmente aggressiva. Anche per l'influenza stagionale, del resto, si può morire".

Lo specialista evidenzia infine che "in Campania, nell'ultima settimana, abbiamo avuto 12 casi di infezione per mille abitanti". E se anche la piccola napoletana fosse davvero stata uccisa dal virus H1N1, "il tasso di mortalità generale sarebbe dello 0,1 per mille".

31 ottobre 2009

 

 

 

Influenza A, il governo sdrammatizza. Ma è caos e polemica sul vaccino. Il Pd: chiarezza

"Sono salite, con una improvvisa impennata, le vittime della nuova influenza su tutto il territorio nazionale, anticipando addirittura il piano di vaccinazioni per le fasce più a rischio della popolazione. Non sono fantasie dettate da un allarmismo eccessivo, ma la constatazione amara di un dato: l'Italia, insieme alla Spagna, risulta essere il paese con la maggiore incidenza di vittime". La senatrice del Pd Dorina Bianchi, capogruppo in commissione sanità, sottolinea in come "la gestione della distribuzione dei vaccini è disordinata e differente da regione a regione. il fatto è che non esistono regole uniche per tutto il paese e che le informazioni sul vaccino per l'influenza a sono ancora molto nebulose".

"Vorremmo, ad esempio, saperne di più sugli eventuali effetti tossici del vaccino" afferma Bianchi, per questo: "chiediamo al ministro sacconi di venire in parlamento a riferire sulla disponibilità del vaccino su tutto il territorio nazionale, ci dica quali sono le componenti di questo prodotto, se sono nocive o no, e chiarisca anche - conclude - come funziona il coordinamento con le varie regioni".

Proprio in queste ore invece il governo ha sdrammatizzato il rischio nel nostro paese sulla diffusione dell'influenza A. "Il virus dell'influenza A è dieci volte meno aggressivo dell'influenza stagionale", rassicura il vice ministro della Salute, Ferruccio Fazio. E secondo il Censis, sei italiani su dieci non ne hanno paura. Ma "è importante che le persone a rischio, e cioè i malati cronici, siano vaccinati il prima possibile", raccomanda Fazio. A livello mondiale, l'Oms rende noto che i decessi sono stati finora 5.700, 700 dei quali verificatisi nell'ultima settimana.

Fazio sottolinea "il carattere leggero di questa influenza", dieci volte meno aggressiva di quella stagionale. E rimarca "che sino a oggi ha fatto 11 morti su 400 mila casi stimati, mentre lo scorso anno la stagionale ha fatto 8 mila morti su 4 milioni di casi". Dunque, precisa Fazio, "l'incidenza dei casi di letalità dell'influenza A è dello 0,02 per mille, contro lo 0,2 per mille della stagionale".

"La disomogeneità dell'arrivo dei vaccini dipende dalla strutturazione regionale della nostra sanità. Noi possiamo fare ordinanze generali ma sull'organizzazione delle vaccinazioni le Regioni sono sovrane", afferma il vice ministro a proposito della ritardata consegna dei vaccini in molte zone. "Ci sono stati dei ritardi sulla produzione dei vaccini - specifica Fazio - ma attualmente la produzione sta viaggiando bene, i quantitativi stanno progressivamente arrivando".

30 ottobre 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-11-04

Influenza A, altre vittime. Campania la regione più colpita

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4 novembre 2009

Un'odissea per il vaccino (di Valeria De Rosa)

AUDIO

RADIO24 / La testimonianza di Valeria De Rosa

Salgono a 23 le vittime dell'influenza A.

Solo nella giornata di oggi sono stati resi noti cinque decessi di pazienti ricoverati in strutture ospedaliere tutti positivi al virus H1N1.

 

Questa mattina, presso l'ospedale infantile Cesare Arrigo di Alessandria, è deceduto un ragazzo di 14 anni, ricoverato in rianimazione pediatrica per grave insufficienza respiratoria e che, nel corso degli accertamenti, era stato riscontrato positivo anche al virus A/ H1N1. Lo ha reso noto in serata l'assessorato regionale alla Sanità. Il paziente era affetto da preesistenti pluri-patologie croniche molto gravi ed altrettanto grave insufficienza respiratoria cronica.

Deceduto anche un uomo di 26 anni, deceduto all'ospedale di Scafati (Salerno) che al momento del ricovero ieri sera aveva 38 e mezzo di febbre e presentava già gravi difficoltà respiratorie. Il 26enne era affetto a da insufficienza renale con handicap cerebrale.

Si tratta della decima vittima in Campania affetta da H1N1. Ieri, sempre nel Salernitano, ad Altavilla Silentina, è morto un musicista di 37 anni. A Scafati, invece, andava a scuola la bimba di 11 anni, anche lei affetta da H1N1, morta venerdì scorso all'ospedale Santobono di Napoli.

 

L'altro decesso riconducibile alla nuova influenza, il secondo di oggi a Roma, è avvenuto all'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù dove è morta una 18enne già affetta da fibrosi cistica una malattia genetica con forte compromissione dell'attività polmonare. Le indagini sulla paziente avevano riscontrato positività al virus.

Nel primo pomeriggio l'ospedale Spallanzani di Roma aveva annunciato la morte del tecnico radiologo che era ricoverato da alcuni giorni in rianimazione dopo avere contratto il virus H1N1. L'operatore sanitario di 58 anni, che aveva patologie pregesse era obeso, iperteso, diabetico e fumatore, lavorava in una Asl della capitale.

Anche la ragazzina di tredici anni deceduta lunedì, ma di cui è stata data notizia solo oggi, era affetta da una grave malattia dalla nascita ed era costretta alla sedia a rotelle. Ricoverata per una insufficienza respiratoria acuta era risultata poi positiva al test per il virus H1N1. Il decesso, secondo l'ospedale, non sarebbe quindi direttamente conseguente al virus dell'influenza A.

La ragazza, spiega la direzione sanitaria, si trovava nel reparto di rianimazione. "La paziente era portatrice di una grave sindrome malformativa toraco polmonare, che ha determinato l'evoluzione negativa della sindrome respiratoria".

4 novembre 2009

 

 

 

 

Un'odissea per il vaccino

di Valeria De Rosa

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Aspetto un bimbo. E, ci tengo a precisarlo, non sono ipocondriaca e non ho ansie legate alla maternità o al parto. Però, devo ammettere, la vicenda "influenza A" mi ha preoccupato fin dall'inizio. A settembre il mio ginecologo mi ha detto: "Di solito sono contrario ai vaccini ma questa volta credo sia giusto che tutte le mie pazienti lo facciano. Quindi, fallo, il prima possibile". Eh! facile a dirsi. Vado dal medico di base verso la fine di settembre: mi racconta che stanno aspettando disposizioni dalla Asl e comunque nulla sarà pronto prima della fine di ottobre. Bene. Torno dal medico martedì mattina. Ottobre è finito e anche alla tv hanno detto che questa è la settimana buona per la vaccinazione delle donne in gravidanza. Spero di cavarmela in un'oretta, ignara del fatto che sto per vivere una piccola odissea nella civilissima Milano. Il medico mi dice che la Asl li ha abbandonati. Nessuna comunicazione per le gestanti. Quindi lui e i suoi colleghi non vaccinano per l'influenza A. Consultiamo assieme il sito della Asl. Wow! C'è l'elenco dei consultori cui rivolgersi per prendere appuntamento e ci sono le strutture che, in orari specifici, hanno disposto l'accesso libero. Fiduciosa, chiamo il consultorio più vicino. Mi risponde una signora che mi tratta piuttosto male. Mi dice che sono stufi di essere subissati dalle telefonate. Loro non fanno vaccini. Ma io volevo solo informazioni. Mi indica altri due consultori. Chiamo il primo. Dall'altra parte mi rispondono che si stanno attrezzando e stanno raccogliendo i nominativi di chi telefona per organizzare gli appuntamenti. Devo aspettare una loro telefonata. Va bene ma il tempo stringe. Il picco di questa influenza è previsto per metà novembre e io voglio risolvere la faccenda al più presto. Allora chiamo l'ospedale pediatrico Buzzi, una delle tre strutture ad accesso libero. O così credevo io. Per parlare con qualcuno che mi spieghi la situazione, impiego due ore. Due di orologio, perché continuano a rimpallarmi da un ufficio all'altro. Alla fine mi risponde una signora, molto gentile: l'accesso libero non esiste e l'ospedale preferisce vaccinare le donne che hanno già optato per il parto al Buzzi. Visto che di vaccini non ne hanno molti. Andiamo bene. Verso le 3 del pomeriggio, ormai stremata, mi butto su un'altra delle tre strutture per cui è previsto, sempre secondo quanto dice il sito della Asl, l'accesso libero: l'ospedale di Sesto San Giovanni. Mi fanno attendere un po' al telefono, mi chiedono nome e numero telefonico e poi mi dicono che posso presentarmi lì, domani alle 14. Davvero? No, non ci credo. E non ci crederò finché non avrò ottenuto la mia puntura.

 

 

 

 

Vaccino, priorità per i malati cronici

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4 novembre 2009

Coordinamento tra medici e vaccinazione "personalizzata", vagliata caso per caso: sono queste, secondo gli specialisti che hanno in cura i pazienti indicati dal ministero del Welfare come destinatari prioritari dei vaccini, le strategie da adottare contro la pandemia. A cominciare dalle donne in gravidanza: per loro i consigli più restrittivi. Il ginecologo raccomanda la massima cautela: niente supermercato, quando possibile, e in generale meglio tenersi lontane dai luoghi affollati. In attesa che i vaccini siano disponibili, perché nel secondo e nel terzo trimestre di gravidanza (ma non nel primo) sono fortemente consigliati. Anche per gli obesi e per i bambini che soffrono di malattie croniche, come le distrofie e la broncopneumopatia cronico-ostruttiva, la profilassi è d'obbligo. Cruciale in questo caso è l'informazione alle famiglie, cui i medici sono tenuti a richiedere il consenso informato.

Nei cardiopatici la ricetta va differenziata: un ex infartuato in ottima salute può non aver bisogno del vaccino, necessario invece in caso di insufficienza cardiaca. Distinguo anche per i malati di tumore: chi è in chemioterapia deve aspettare che il sistema immunitario si riprenda, anche ritardando il ciclo successivo. Nessuna indicazione specifica per i sieropositivi: l'influenza A può essere aggressiva soltanto in caso di patologie concomitanti. E per i diabetici qualche attenzione in più nel monitoraggio della glicemia.

I consigli degli esperti

1. Supermercati sconsigliati alle donne incinte

Antonio Chiantera, segretario associazione ginecologi ospedalieri

Vaccinazione per le donne nel secondo e nel terzo trimestre di gravidanza, perché i benefici superano i rischi. E nell'attesa massima prudenza per tutte le donne incinte: meglio evitare i luoghi affollati, dai cinema ai supermercati, dalle scuole ai locali, e indossare mascherine. Se ci si ammala, però, niente paura: nella maggior parte dei casi basta curarsi con la tachipirina. Se la malattia assume invece una virulenza particolare, occorre verificare se si tratti di influenza A e approfondire.

2. Asma e cardiopatie i fattori di pericolo per i bambini

Pasquale Di Pietro, presidente società italiana di pediatria

È molto importante partire al più presto, in ogni regione, con la vaccinazione dei piccoli malati cronici, tenendo conto che al di sotto dei dieci anni di età è consigliata la profilassi in due dosi. Le patologie più a rischio? Malattie congenite che possono aggredire i muscoli respiratori, come la distrofia, e la Bpco, molto frequente tra i neonati gravemente pretermine. Ma il virus può essere pericoloso anche in caso di cardiopatia e asma gravi.

3. Per i post infartuati è consigliata la co-vaccinazione

Giuseppe Di Pasquale, presidente federazione italiana di cardiologia

Due le categorie per cui è più consigliata la vaccinazione: i pazienti con insufficienza cardiaca cronica, nei quali il virus rischia di riacutizzare il problema e post-infartuati, che dovrebbero sottoporsi a co-vaccinazione contro influenza stagionale e nuovo virus.

A rischio anche chi ha subito interventi di cardiochirurgia. Il consiglio però è di valutare caso per caso, consigliandosi con il medico di famiglia o con il cardiologo.

4. Maggiore prudenza se sottoposti a chemioterapia

Carmelo Iacono, presidente eletto associazione italiana oncologi medici

A oggi non risultano casi importanti di influenza A nei malati di tumore. La vaccinazione andrà valutata caso per caso perché la presenza dell'adiuvante squalene rende il vaccino non indicato nei pazienti immunodepressi per la chemioterapia. Bisogna aspettare che il malato abbia superato il picco di abbassamento dei linfociti, magari ritardando il successivo ciclo di chemio. E semmai occorre trattare subito i sintomi sospetti con gli antivirali.

5. Monitoraggio più costante della glicemia

Sandro Gentile, presidente associazione medici diabetologi

Come per l'influenza stagionale, i diabetici non hanno più facilità ad ammalarsi, ma nel caso devono: contattare il medico, controllare più frequentemente la glicemia e, se necessario, aggiungere insulina o aumentarne il dosaggio in caso di febbre, bere per evitare la disidratazione, prendere se necessario farmaci per febbre, mal di testa, vomito.

Cosa non fare: utilizzare mascherine, assumere antibiotici, vitaminici o antivirali come preventivi, sospendere l'insulina in caso di inappetenza.

6. Lavoro d'équipe tra pneumologi e rianimatori

Antonio Corrado, presidente associazione italiana pneumologi ospedalieri

Vaccinarsi ed evitare luoghi affollati. Sono questi i consigli a chi soffre di malattie respiratorie, dall'asma alla broncopneumopatia cronico-ostruttiva. Tra i pazienti c'è molta paura ma finora noi non abbiamo rilevato alcuna emergenza. È cruciale invece il coordinamento: tra istituzioni, secondo i piani pandemici regionali, e tra specialisti. Poiché l'evento più temibile indotto dal virus è la polmonite è essenziale la collaborazione tra pneumologi e rianimatori.

7. Complicanze più frequenti per i sovrappeso

Roberto Vettor, presidente eletto società italiana dell'obesità

Sono numerosi i report secondo cui il fatto di essere obesi e di soffrire di complicanze respiratorie (come le apnee ostruttive del sonno) e cardiocircolatorie espone a un maggior rischio di complicanze da virus A/H1N1. È dunque meglio per i grandi obesi proteggersi con i vaccini, così come avviene per qualsiasi influenza. Nei confronti degli obesi che si ammalano, invece, è necessaria una sorveglianza attenta: la frequenza di insufficienza respiratoria severa può essere elevata.

8. Profilassi caso per caso ai malati di Hiv

Stefano Vella, direttore dipartimento del farmaco Iss

In assenza di patologie concomitanti, le persone con Hiv non presentano rischi particolari, perché l'influenza A non rientra tra le "infezioni opportuniste". Il vaccino serve a evitare stimoli infettivi ma il virus A/H1N1 in sé non è un nemico particolare. Dunque è il caso di valutare caso per caso, con lo specialista, se è il caso di vaccinarsi.

Tutti gli altri immunodepressi dovrebbero vaccinarsi, ma il counselling è sempre opportuno.

4 novembre 2009

 

 

 

 

Nuova influenza:

caso Campania,

il contagio è triplo

In Campania ci sono stati oltre 70mila casi di nuovi contagi durante la scorsa settimana, a fronte dei circa 240mila in Italia, e questo spiega la più alta mortalità registrata in questi giorni rispetto al resto del Paese". A fare il quadro della situazione legata alla diffusione della Nuova influenza è Gianni Rezza, epidemiologo dell`Istituto Superiore di Sanità che spiega come "in Campania sia stato registrato un tasso di nuovi contagi pari a 12 nuovi malati ogni mille abitanti, rispetto alla media nazionale che è del quattro per mille". "Per ora - prosegue Rezza - si sta cercando di capire se il maggior numero di contagi possa dipendere anche da una diversa fase più avanzata di maturazione dell`infezione. Una situazione di alta diffusione della Nuova influenza, comunque, la si è vista in altre città densamente popolate come New York".

Rischi mortalità - Il virus A/H1N1, sebbene si diffonda molto velocemente, si conferma comunque come poco letale rispetto al numero dei malati e la media dei decessi in Italia è dello 0,1 per mille. "I casi di polmonite virale primaria - prosegue Rezza - in persone senza fattori di rischio apparenti, sono stati molto limitati e la stragrande maggioranza dei casi guariscono senza la necessità del ricovero in ospedale. In Campania - aggiunge - quasi tutti i casi di morte si sono verificati in persone che avevano patologie pregresse, aggravate dall`azione del virus della Nuova influenza".

Effetti collaterali vaccino - Un discorso a parte, invece, è quello relativo al vaccino. "Tutti i farmaci - spiega Rezza - possono avere effetti collaterali ma in questo caso non si tratta di un vaccino `sperimentale`. Il farmaco è stato testato prima della messa in commercio ed è necessario, non appena sarà disponibile, vaccinare subito le categorie a rischio e gli operatori sanitari". E come raccomandazione finale Rezza torna a sottolineare come "non ci si debba recare in ospedale alla prima febbre ma contattare il proprio medico di famiglia che deciderà sul ricovero in ospedale. Diversamente - conclude Rezza - si rischia sia di stressare eccessivamente il Sistema sanitario nazionale sia di diffondere ulteriormente il virus".

Data: 04-11-2009

Autore: Emilio Fabio Torsello

 

 

Nuova influenza:

le domande dei genitori,

le risposte del pediatra

La mamma è il primo pronto-soccorso contro l`influenza A. "Invece di correre in ospedale, dove l`affollamento può essere un veicolo di contagio, proprio le mamme dovrebbero valutare per prime se nel bambino c`è qualcosa che non va". Davanti ai cancelli delle scuole, nelle sale d`attesa dei dottori, le notizie e le voci si diffondono più veloci della stessa influenza. La paura è tanta. "Troppa", dice a Salute24 Piero Valentini, infettivologo pediatra del Policlinico Gemelli di Roma. "Abbiamo avuto un aumento delle richieste dell`80% e operiamo in due-tre alla volta, perché prima bisogna visitare, ma dopo anche parlare, rassicurare". E quando ci sono di mezzo i bambini i genitori arrivano preoccupati, ansiosi e con tante domande.

1. Dottore, mio figlio ha la febbre molto alta, può provocare danni al bambino? "Questo è un mito da sfatare, come quello che la temperatura alta possa provocare meningite o altro", spiega Valentini. "La febbre è sempre una conseguenza, mai la causa di qualcos`altro".

2. Il bambino torna da scuola con la fronte che scotta. "La prima cosa è telefonare al medico di famiglia o al pediatra, nessuna corsa in ospedale o al pronto soccorso dove l`affollamento può solo far crescere i rischi di contagio". Quindi, farmaci sintomatici (antipiretici per la febbre), letto e tanto riposo. Ricette semplici, come "fare bere tanto il bambino".

Influenza A/H1N1: 5 gesti per proteggere i bambini. Guarda la fotogallery

3. Cosa devo comunicare telefonicamente al dottore? "Le necessità arrivano quando il bambino lamenta ad esempio un mal d`orecchio, spia di una sovrainfezione batterica", puntualizza il pediatra. "Oppure quando il bambino ha una difficoltà respiratoria". Al medico bisogna far sapere "la temperatura, se il bambino respira male, se ha un battito accelerato e se ha crisi di tosse particolarmente insistenti che non vanno via con le cure tradizionali (lavaggi delle fosse nasali e aerosol), se il bambino riesce a mangiare e a bere". Sarà il medico di famiglia a visitare e valutare se è necessario indirizzare un bambino per una radiografia al torace in ospedale.

4. Ho guardato il tg, si parla di polmoniti nei bambini più frequenti con l`influenza A. "Iniziamo col dire che si tratta di numeri bassissimi e casi rari e che le complicazioni, che possono andare da una polmonite lieve all`insufficienza respiratoria, riguardano i virus influenzali in generale e non solo quello dell`influenza A". Il medico ricorda anche che "nella maggior parte dei casi si tratta di bambini con una predisposizione, patologie connesse o gravi", che sono già più monitorati dei bambini sani.

5. Ho messo in pratica tutti i consigli, la febbre non va via. "A questo punto - spiega Valentini - è nuovamente indispensabile ricontattare il medico o il pediatra e rivalutare i sintomi". In particolare, "se la febbre persiste oltre i 4-5 giorni, che è la durata abituale dei sintomi febbrili legati all`influenza, se il bambino rifiuta di mangiare e soprattutto di bere, e quando il bambino è meno reattivo del solito, con affaticamento e spossatezza davvero eccessivi e prolungati".

6. Il bambino ha la tosse e i suoi muchi hanno un colore o una consistenza particolari. Altro mito da sfatare, ricorda il pediatra, che genera spesso allarme ingiustificato. "La produzione abbondante di muco è una normale reazione delle vie respiratorie alle infiammazioni". Impossibile che mamma e papà si esercitino in una improbabile diagnosi di polmonite o simili "a partire dal colore del catarro".

Dossier Nuova influenza

7. Il bambino ha la febbre, posso vaccinarlo? "Certo, non ci sono problemi", assicura il pediatra. "Anche se con alte temperature si evita di vaccinare, la somministrazione può essere fatta lo stesso".

8. Ho sentito dire che i vaccini non sono poi così sicuri. "Sono voci totalmente fuori luogo, il vaccino non è solo un mezzo per la protezione del singolo ma della comunità". Vanno quindi consigliati ed eseguiti a partire dalle fasce di età considerate prioritarie dal ministero della Salute, bambini e ragazzi dai 2 anni ai 27 anni e dai 6 mesi ai 2 anni per quelli nati pretermine.

9. Ho deciso di vaccinare il bambino, devo andare in ospedale? "Assolutamente no. Il primo punto di riferimento è il Centro vaccinale della Asl di riferimento, informazioni che si possono chiedere al medico di famiglia e al pediatra", spiega lo specialista. "Molte mamme ci dicono che hanno provato a cercarli senza successo, ma siamo di fronte a numeri importanti e la disponibilità dipenderà dall`efficienza della macchina della distribuzione".

10. Voglio fare al bambino il tampone per l`influenza A. "È praticamente inutile dal punto di vista clinico, oltre che oneroso". Nel caso il bambino abbia necessità delle cure ospedaliere spetta al personale sanitario valutare rischi e parametri che consigliano di praticare questa indagine. "Il cui risultato - specifica Valentini - non incide sulle cure ai pazienti: noi guardiamo allo stato di salute del paziente, non al risultato del tampone".

Data: 03-11-2009

Autore: Cosimo Colasanto

 

 

 

 

 

2009-11-03

 

Influenza A. Nuova vittima a Salerno:

ora sono 18

3 novembre 2009

Fazio: "Nessun allarmismo"

L'Ucraina il paese europeo più colpito dal virus A

Boom di assenze nelle scuole

Fazio: il virus non è pericoloso

COMMENTA /

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Fazio: "La stagionale è 10 volte più aggressiva dell'influenza A"

Un musicista di 37 anni F.L., che aveva patologie pregresse è morto nella Rianimazione dell'Ospedale di Salerno "San Giovanni Di Dio" e "Ruggi d'Aragona". L'uomo era residente ad Altavilla Silentina. È il primo decesso collegato all'influenza AH1N1 fuori da Napoli. Sale quindi a 18 il calcolo dei morti in Italia per l'influenza A, di cui due bambini, a Pompei e Bolzano, più un terzo non confermato a Roma. La paura cresce, i pronto soccorso sono presi d'assalto. Il viceministro alla Salute Ferruccio Fazio ammette la pandemia, ma spiega che la nuova influenza è "lieve" e invita i cittadini a non intasare gli ospedali, bensì contattare i medici di base.

In Campania le vittime legate all'influenza "A" sono nove. Nel Lazio i casi di influenza A si sono triplicati in una sola settimana. Oggi si è raggiunta un'incidenza di 41 influenzati ogni mille abitanti nella fascia di età tra i 5 e i 14 anni. Cifre triplicate in una sola settimana. A riferirlo è Maria Corongiu della Fimmg, che ha fatto sapere oggi i dati aggiornati dei medici sentinella sulla sorveglianza pandemica nel Lazio. "In una settimana - ha spiegato Corongiu - i dati sull'incidenza dell'influenza sulla popolazione nel Lazio si sono triplicati, passando da un'incidenza di 14 su mille a 41 su mille nella fascia di età dai 5 ai 14 anni. Anche nei bimbi da 0 a 4 anni, il dato è passato da 9 a 28 per mille".

3 novembre 2009

 

 

 

 

 

 

 

Nuova influenza:

le domande dei genitori,

le risposte del pediatra

La mamma è il primo pronto-soccorso contro l`influenza A. "Invece di correre in ospedale, dove l`affollamento può essere un veicolo di contagio, proprio le mamme dovrebbero valutare per prime se nel bambino c`è qualcosa che non va". Davanti ai cancelli delle scuole, nelle sale d`attesa dei dottori, le notizie e le voci si diffondono più veloci della stessa influenza. La paura è tanta. "Troppa", dice a Salute24 Piero Valentini, infettivologo pediatra del Policlinico Gemelli di Roma. "Abbiamo avuto un aumento delle richieste dell`80% e operiamo in due-tre alla volta, perché prima bisogna visitare, ma dopo anche parlare, rassicurare". E quando ci sono di mezzo i bambini i genitori arrivano preoccupati, ansiosi e con tante domande.

1. Dottore, mio figlio ha la febbre molto alta, può provocare danni al bambino? "Questo è un mito da sfatare, come quello che la temperatura alta possa provocare meningite o altro", spiega Valentini. "La febbre è sempre una conseguenza, mai la causa di qualcos`altro".

2. Il bambino torna a scuola con la fronte che scotta. "La prima cosa è telefonare al medico di famiglia o al pediatra, nessuna corsa in ospedale o al pronto soccorso dove l`affollamento può solo far crescere i rischi di contagio". Quindi, farmaci sintomatici (antipiretici per la febbre), letto e tanto riposo. Ricette semplici, come "fare bere tanto il bambino".

Influenza A/H1N1: 5 gesti per proteggere i bambini. Guarda la fotogallery

3. Cosa devo comunicare telefonicamente al dottore? "Le necessità arrivano quando il bambino lamenta ad esempio un mal d`orecchio, spia di una sovrainfezione batterica", puntualizza il pediatra. "Oppure quando il bambino ha una difficoltà respiratoria". Al medico bisogna far sapere "la temperatura, se il bambino respira male, se ha un battito accelerato e se ha crisi di tosse particolarmente insistenti che non vanno via con le cure tradizionali (lavaggi delle fosse nasali e aerosol), se il bambino riesce a mangiare e a bere". Sarà il medico di famiglia a visitare e valutare se è necessario indirizzare un bambino per una radiografia al torace in ospedale.

4. Ho guardato il tg, si parla di polmoniti nei polmoniti più frequenti con l`influenza A. "Iniziamo col dire che si tratta di numeri bassissimi e casi rari e che le complicazioni, che possono andare da una polmonite lieve all`insufficienza respiratoria, riguardano i virus influenzali in generale e non solo quello dell`influenza A". Il medico ricorda anche che "nella maggior parte dei casi si tratta di bambini con una predisposizione, patologie connesse o gravi", che sono già più monitorati dei bambini sani.

5. Ho messo in pratica tutti i consigli, la febbre non va via. "A questo punto - spiega Valentini - è nuovamente indispensabile ricontattare il medico o il pediatra e rivalutare i sintomi". In particolare, "se la febbre persiste oltre i 4-5 giorni, che è la durata abituale dei sintomi febbrili legati all`influenza, se il bambino rifiuta di mangiare e soprattutto di bere, e quando il bambino è meno reattivo del solito, con affaticamento e spossatezza davvero eccessivi e prolungati".

6. Il bambino ha la tosse e i suoi muchi hanno un colore o una consistenza particolari. Altro mito da sfatare, ricorda il pediatra, che genera spesso allarme ingiustificato. "La produzione abbondante di muco è una normale reazione delle vie respiratorie alle infiammazioni". Impossibile che mamma e papà si esercitino in una improbabile diagnosi di polmonite o simili "a partire dal colore del catarro".

Dossier Nuova influenza

7. Il bambino ha la febbre, posso vaccinarlo? "Certo, non ci sono problemi", assicura il pediatra. "Anche se con alte temperature si evita di vaccinare, la somministrazione può essere fatta lo stesso".

8. Ho sentito dire che i vaccini non sono poi così sicuri. "Sono voci totalmente fuori luogo, il vaccino non è solo un mezzo per la protezione del singolo ma della comunità". Vanno quindi consigliati ed eseguiti a partire dalle fasce di età considerate prioritarie dal ministero della Salute, bambini e ragazzi dai 2 anni ai 27 anni e dai 6 mesi ai 2 anni per quelli nati pretermine.

9. Ho deciso di vaccinare il bambino, devo andare in ospedale? "Assolutamente no. Il primo punto di riferimento è il Centro vaccinale della Asl di riferimento, informazioni che si possono chiedere al medico di famiglia e al pediatra", spiega lo specialista. "Molte mamme ci dicono che hanno provato a cercarli senza successo, ma siamo di fronte a numeri importanti e la disponibilità dipenderà dall`efficienza della macchina della distribuzione".

10. Voglio fare al bambino il tampone per l`influenza A. "È praticamente inutile dal punto di vista clinico, oltre che oneroso". Nel caso il bambino abbia necessità delle cure ospedaliere spetta al personale sanitario valutare rischi e parametri che consigliano di praticare questa indagine. "Il cui risultato - specifica Valentini - non incide sulle cure ai pazienti: noi guardiamo allo stato di salute del paziente, non al risultato del tampone".

Data: 03-11-2009

Autore: Cosimo Colasanto

 

 

Fazio: "Nessun allarmismo, i bambini non sono a rischio"

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2 novembre 2009

Boom di assenze nelle scuole

Fazio: il virus non è pericoloso

Dossier Nuova Influenza

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L'Ucraina il paese europeo più colpito dal virus A

"I bambini non sono a rischio": il vice ministro alla Salute Ferruccio Fazio lo continua a ripetere che non esiste motivo di allarme generalizzato per l'influenza A. I più piccoli, ha spiegato infatti nel corso di un'intervista tv, sono infatti più esposti al contagio, e quindi si ammalano di più ma, ha aggiunto Fazio, non sono più a rischio di sviluppare reazioni pericolose per l'organismo. "Fino adesso solo un paio di persone senza malattie croniche sono morte in Italia per influenza A - ha detto Fazio - in alcuni casi l'organismo, come per un eccesso di reazione immunitaria, produce una scarica di citochine che provocano una polmonite interstiziale". Fazio ha infine ribadito che da dicembre comincerà la vaccinazione per i bambini: "Ora non c'è il vaccino per iniziarla a tutti".

Sulla situazione dei vaccini per il virus influenzale H1n1 "avremo un chiarimento definitivo nella riunione della Conferenza Stato-Regioni di giovedi" prossimo ha poi aggiunto il viceministro. "Da metà ottobre - aggiunge - abbiamo distribuito vaccini in tutte le regioni, e non ci risulta che nessuna abbia esaurito i vaccini a sua disposizione". Quanto alla "strategia vaccinale, questa è stata condivisa in tutto il mondo: sono i governi che decidono quali sono le categorie a rischio che vanno vaccinate in via prioritaria".

Ancora ieri il viceministro della Salute faceva rilevare che la mortalità della malattia risulta pari alla metà di quella registrata finora in Europa. Fazio ha indicato 44 vittime in Francia, 137 in Gran Bretagna, 63 in Spagna, 317 in tutta Europa, su circa 500 milioni di abitanti. L'incidenza risulta pertanto, nel Continente, pari a 0,062 per 100.000 abitanti, contro lo 0,027% registrato in Italia.

"Da domani, viste le esigenze della stampa - ha assicurato Fazio - il numero delle vittime e i casi gravi saranno sul sito del ministero".

L'allerta tra la popolazione italiana, comunque, è alta: sono più che raddoppiate le telefonate ai medici di famiglia da parte di chi è preoccupato per l'influenza A. Necessità di fare il test e disponibilità del vaccino, le domande più ricorrenti rivolte ai camici bianchi di fiducia.

"Non andate subito in ospedale - ha ammonito il viceministro Fazio - Chiamate prima il medico di famiglia e verificate se c'è necessità di fare altri esami. Altrimenti intasiamo il sistema Italia". La capogruppo in Pd in commissione Affari sociali della Camera ed ex ministro della Salute, Livia Turco, ha chiesto a Fazio di fare chiarezza sulla distribuzione alle Regioni del vaccino contro l'influenza A : "Il Governo - ha detto Livia Turco - deve impegnarsi a garantire una distribuzione uniforme del vaccino su tutto il territorio nazionale, come è stato fatto in occasione del papilloma virus".

 

Intanto, dai pediatri arriva un secco "no" alla vaccinazione indiscriminata di tutti i bambini contro l'influenza pandemica. "Sarebbe un atto assolutamente illogico", ha detto Giuseppe Mele, neo presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp). È, invece, necessario, ha aggiunto, vaccinare i bambini affetti da patologie croniche, per i quali non soltanto i vaccini sono già disponibili, con oltre 15 giorni di anticipo a quanto preventivato. Peraltro, ha aggiunto, "come da noi richiesto e ottenuto dal ministero della Salute, le dosi di vaccino destinate ai bambini sono del tipo monodose, quindi più sicuri e con scarsissime possibilità di effetti collaterali".

L'influenza A "colpisce i bambini più dell'influenza stagionale perché é un ceppo completamente nuovo che non trova nei bambini ricordi immunitari", ha affermato il

viceministro Fazio, che ha fatto notare come invece "le persone anziane sono già

state esposte ai virus". Tant'è che "solo il 3% della popolazione colpita ha più di 65 anni". Questo però "non significa che l'influenza sia necessariamente grave nei bambini", ma di certo i bimbi "fungono da moltiplicatore".

2 novembre 2009

 

 

 

 

Gli aggiornamenti. I casi in Italia: la Mappa. Le news dalle regioni.

Influenza A/H1N1. L`influenza pandemica, ricordano gli epidemiologi, è una normale influenza. Nel dossier di Salute24 le schede sintetiche, i dati, le informazioni: nella fotogallery l`identikit del virus, risponde il professore Giovanni Fadda del "Gemelli" di Roma. Domande e risposte: ecco le nuove FAQ.

Prevenzione. Le precauzioni nella fotogallery per proteggere i bambini in cinque mosse. A Radio24 i medici le cantano al virus.

 

 

Viaggiare. Un guida con informazioni e numeri sul web. Domande e risposte: cosa serve sapere prima di partire. Nei paesi freddi virus più attivo. Scheda: la nuova influenza.

Vaccino. In gravidanza, quando e come vaccinarsi:l`esperto risponde. Prevenire l`influenza A: le indicazioni per gli anziani. L`invito ai medici di famiglia della Simg.

Dati epidemiologici. Il punto sulla diffusione: Ogni due infettati tre contagi; Rezza, "Contagi più numerosi di quelli registrati".

 

 

Indirizzi utili. Il ministero del Welfare ha attivato il numero 1500 per le informazioni sull`influenza. "Inutile affollare i pronto soccorso", spiegano i medici, meglio telefonare al proprio medico per tenere sotto controllo sintomi e decorso. Da Salute24 le mappe interattive per cercare asl e ospedali e per cercare la farmacia più vicina.

 

 

Scuola e influenza: aggiornamenti, circolari, news. Mele, Società Italia di Pediatria: "Corsi ai docenti per riconoscere il virus".

Biotech. Un kit sviluppato in Italia scova il virus in sei ore.

Economia e influenza. Il caso New York: i costi della prevenzione.

Studi. Da Lancet Infectious Disease: il rischio di infarto aumenta del 50% con l`influenza. Da Nature Biotechnology: infezioni polmonari più frequenti nei giovani.

Curiosità. Dalla carne di maiale ai flu-party: i miti sulla nuova influenza.La tecnologia: un`applicazione per Iphone segnala i focolai del virus. Su internet arriva il gioco per sconfiggere la pandemia.

(aggiornato il 03-11-2009)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2009-11-02

Influenza A: una donna di 72 anni è l'ottava vittima a Napoli

di Claudio Tucci

2 novembre 2009

Boom di assenze nelle scuole

Fazio: il virus non è pericoloso

Dossier Nuova Influenza

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Salgono a 14 le vittime italiane dell'influenza A. Solo a Napoli, i decessi sono stati 8, l'ultimo caso, ieri notte: una donna di 72 anni, deceduta ieri all'ospedale Cardarelli, affetta da gravi patologie di tipo respiratorio. Poche ore prima si era spenta al Cotugno di Napoli una donna di 45 anni, risultata positiva al tampone del virus. La donna aveva patologie pregresse.

L'allerta, comunque, tra la popolazione italiana è alta: sono più che raddoppiate le telefonate ai medici di famiglia da parte degli italiani preoccupati per l'influenza A. Necessità di fare il test e disponibilità del vaccino, le domande più ricorrenti rivolte ai camici bianchi di fiducia. Mentre al vice-ministro alla Salute, Ferruccio Fazio, la capogruppo in Pd in commissione Affari sociali della Camera ed ex ministro della Salute, Livia Turco chiede di fare chiarezza sulla distribuzione alle Regioni del vaccino contro l'influenza A . "Il Governo - ha detto Livia Turco - deve impegnarsi a garantire una distribuzione uniforme del vaccino su tutto il territorio nazionale, come è stato fatto in occasione del papilloma virus".

Anche perché la situazione di allarme non è uguale in tutte le Regioni. A Milano e in Lombardia, per esempio, spiega il segretario nazionale della Federazione nazionale medici di famiglia (Fimmg), Giacomo Milillo, c'è stato un calo di chiamate, dopo il picco delle scorsa settimana. In Sardegna la situazione è, ancora, sotto controllo, mentre in Campania le richieste sono in forte aumento.

Il capoluogo campano, peraltro, detiene, al momento, anche, il triste primato del numero di decessi per influenza A: ben 8 su 14. Sempre a Napoli, nella notte tra il 3 e il 4 settembre scorso, si era spenta all'ospedale Cotugno la prima vittima italiana del virus H1N1: un 51enne di Secondigliano, che presentava, però, seri problemi cardiaci prima di contrarre l'infezione. Una situazione, definita, nel complesso, da Milillo, "eccezionale", che si può spiegare, ha aggiunto, anche per le precarie condizioni igieniche e sociali presenti nella città, specie nelle periferie. Preoccupato, il sindaco di Napoli Rosa Russo Jervolino. "Chiederò al Governo - ha detto Jervolino - di dare priorità a Napoli per l'invio delle dosi di vaccino contro l'influenza A".

Intanto, dai pediatri arriva un secco "no" alla vaccinazione indiscriminata di tutti i bambini contro l'influenza pandemica. "Sarebbe un atto assolutamente illogico", ha detto Giuseppe Mele, neo presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp). È, invece, necessario, ha aggiunto, vaccinare i bambini affetti da patologie croniche, per i quali non soltanto i vaccini sono già disponibili, con oltre 15 giorni di anticipo a quanto preventivato. Peraltro, ha aggiunto, "come da noi richiesto e ottenuto dal ministero della Salute, le dosi di vaccino destinate ai bambini sono del tipo monodose, quindi più sicuri e con scarsissime possibilità di effetti collaterali".

2 novembre 2009

 

 

 

 

 

Influenza A: settima vittima una donna di 45 anni a Napoli

2 novembre 2009

Fazio: il virus non è pericoloso

Dossier Nuova Influenza

COMMENTA /

Una donna di 45 anni è morta all'ospedale "Cotugno" di Napoli. Era positiva al tampone del virus per l'influenza A. La donna era ricoverata da una decina di giorni in rianimazione e aveva patologie pregresse.

2 novembre 2009

 

 

Fazio: il virus non è pericoloso

2 novembre 2009

"Dai nostri archivi"

Fazio: "La stagionale è 10 volte più aggressiva dell'influenza A"

Influenza A: ecco le categorie che saranno vaccinate

Fazio sull'influenza A: "Picco di contagi a Capodanno"

Nuova influenza, in Italia possibili quattro milioni di contagi entro marzo

L'Oms: per la nuova influenza pandemia inarrestabile

 

La 'nuova influenza' A/H1N1 è meno pericolosa dell'influenza classica, le azioni messe in campo contro la pandemia vanno bene così, i vaccini non sono arrivati in ritardo e i bambini non sono la categoria più soggetta ai pericoli derivati dal virus. Il vice ministro della Salute Ferruccio Fazio, intervistato oggi dal Corriere della Sera, rassicura sullo stato della diffusione dell'A/H1N1 in Italia.

"Questa influenza non è pericolosa per la salute - dice - è solo molto più contagiosa. In compenso, ha un grado di letali­tà dieci volte inferiore a quello di una qualsiasi altra influenza classica, di stagione e forse ciò è dovuto proprio al fatto che i più colpiti sono i bambini anzi­ché gli anziani, con le loro fragi­lità".

Fazio spiega che "non cambierei di una virgo­la le azioni contro la pandemia: abbiamo annunciato già prima dell'estate che ci saremmo tro­vati in questa situazione, a partire dall'autunno. Tutto il mon­do sta combattendo. E noi ce la stiamo cavando bene".

Quanto ai vaccini non sono arrivati tardi, "al contrario sono arri­vati prima. Secondo il program­ma avrebbero dovuto essere consegnati il 15 novembre. In­vece abbiamo anticipato al 15 ottobre la distribuzione fra le Regioni. Non appena le dosi so­no arrivate, sono state subito spedite, senza restare un solo giorno nei nostri magazzini. Entro la fine della settimana completeremo il ter­zo invio fino a raggiungere i 2 milioni e 100 mila vaccini di­sponibili. Entro la fine del mese saranno 6 milioni", annuncia.

Secondo Fazio, inoltre, "non aveva senso" mettere i bambini al primo posto delle vaccinazioni: "Per i bam­bini l`influenza non è un perico­lo. La prendono facilmente, ma la superano bene. Però sono il maggior veicolo di trasmissio­ne. Per questo devono essere immunizzati".

Infine il vice ministro stila un 'bilancio' parziale della diffusione della nuova influenza: "Su oltre 400 mila casi, 12 morti. Ma il virus H1N1 ha ucci­so una sola volta. L'unica vitti­ma della nuova influenza è la donna morta a Messina il mese scorso di polmonite. Gli altri erano persone con gravi patolo­gie già esistenti, dunque già a rischio di per sé. Per quanto riguarda la bambina di Napoli - conclude al Corriere della Sera - aspettiamo i risultati dell'autop­sia prima di trarre conclusio­ni".

2 novembre 2009

 

 

 

 

 

Influenza A: prima bambina vittima a Napoli

31 ottobre 2009

Una bambina di 11 anni è morta ieri pomeriggio all'ospedale "Santobono" di Napoli. La notizia è stata comunicata solo oggi da fonti dell'assessorato alla Sanità della Regione Campania. Era ricoverata da alcuni giorni ed era risultata affetta dall'influenza A. Dal mese di settembre è la sesta vittima a Napoli, la dodicesima in Italia ed è la prima vittima fra i bambini.

Sono definite ancora molto critiche le condizioni di una bambina bolzanina di 11 anni ricoverata da una settimana alla Clinica universitaria di Innsbruck (Austria), dopo essere stata colpita dall'influenza A.

Come hanno detto i sanitari, la ragazzina è tenuta in vita con una macchina cuore - polmone e i medici sono ancora impegnati nel tentativo di risolvere una grave infezione polmonare da cui è affetta. La bambina era stata trasferita a Innsbruck venerdì scorso, visto l'aggravarsi delle sue condizioni dopo avere contratto l'influenza.

31 ottobre 200

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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